Salvini si mette a sbraitare che l'ex ministro degli interni era un inetto (peccato fosse lui)


Mentre Il Giornale continua a cercare di creare paure irrazionali attraverso il suo parlando di «emergenza immigrazione», è tra mille condizionali che il quotidiano filo-leghista ipotizza che forse tre criminali libici sarebbero arrivati in Italia a bordo della Sea Watch. L'articolo tenta speculare sul'ipotesi che non si dovrebbe mai salvare la vita a qualcuno se prima non si è richiesto il certificato penale, quasi si volesse sostenere che i controlli non spettino alla polizia una volta che i naufraghi sono stati portati in salvo.
Mostrando la sua solita sete di vendetta, l'ex ministro Salvini ha subito reso una certezza quelle ipotesi e dal palco del suo comizio elettorale quotidiano, il leader leghista si è messo a sbraitare: «Non solo ha violato le leggi e speronato una motovedetta della Guardia di Finanza: il 29 giugno scorso la Sea Watch3 di Carola Rackete avrebbe scaricato in Italia tre immigrati accusati di violenze, stupri, sequestro, omicidio. Alcuni parlamentari del Pd erano saliti a bordo per chiedere lo sbarco di tutti gli immigrati, compresi quelli che ora sono sospettati di essere feroci criminali. Chiediamo spiegazioni al premier, alla Farnesina, al Guardasigilli e al Viminale. Siamo pronti a denunciare Rackete e i parlamentari che hanno voluto a tutti i costi lo sbarco. Chiedano scusa all’Italia».
Quindi non solo Salvini continua a sostenere che un atto ritenuto lecito dalla magistratura sarebbe un rato solo perché lo dice lui, ma ci spiega anche che il Viminale non avrebbe svolto il suo lavoro e avrebbe lasciato libero delle persone con svariati reati commessi in patria. Ovviamente lui dice che a scusarsi dovrebbe essere glia ltri in virtù di come non abbiano appoggiato il suo progetto per l'abbandono in mare della nave con il suo carico umano (evidentemente ritenendolo sacrificabile sull'altare del suo profitto personale), ma i fatti rivelano che a non aver difeso l'Italia e a non aver fatto il proprio lavoro è stato proprio lui dato che all'epoca era era era lui il ministro.
Se forse Salvini sa che i suoi voti derivano unicamente dalla sua retorica contro gli immigranti, surreale è come ricorra all'invettiva per vendicarsi di quella capitana da cui è scappato a gambe levate non appena gli è stato offerto di avere in confronto televisivo con lei. Ed è altrettanto surreale che l'ex ministro ometta di spiegare che a denunciare i tre migranti siano stati altri migranti, così come non pare curarsi di come è solo grazie allo sbarco che i tre non sono ancor oggi liberi di torturare e stuprare persone all’interno dei campi libici da lui finanziati.
1 commento