La stampa di estrema destra contro la protezione dei migranti gay perseguitati nel Paese d'origine


Unendo omofobia e razzismo, è nella giornata di oggi che Il Giornale, Imola Oggi e Il primato Nazionale se ne sono usciti con un attacco congiunto volto a chiedere che l'Italia non offra protezione a chi rischia di essere ucciso in virtù del proprio orientamento sessuale.
Il giornale leghista Imola Oggi sostiene che i migranti economici vengano invitato a «prendere la tessera dell’Arcigay» al fine di fingersi omosessuali, forse ignorando che le richieste verranno comunque validate da giudici che vengono evidentemente ritenuti stupidi se si pensa possano credere che una tessera sia "prova" di un orientamento sessuale. Ed ovviamente va ancor peggio sul quotidiano di Casa Pound, il quale vomita come verità rivelate le illazioni scritte dalla loro camerata Ilaria Paoletti

Che molti immigrati mentano sul proprio orientamento sessuale per ottenere il permesso di soggiorno nel nostro Paese è ormai cosa nota e documentata da svariati casi di cronaca. Anche il Corriere della Sera ha deciso di far luce su quella che a tutti gli effetti può essere definita una truffa e persino l’Arcigay conferma delle preoccupanti percentuali sul fenomeno.

Più imbarazzante è quando la signora Paoletti tenta di sostenere che la fantomatioca "Prova "delle sue teorie sarebbero migranti che «dichiarano di avere moglie e figli nel Paese d’origine». Magari il concetto risulterà complicato per una camerata, ma avere una moglie non è indicativo di eterosessualità ma solo l'ovvia condizione di chi deve fingersi eterosessuale se non vuole essere ucciso. Anche nell'Italia di cinquant'anni fa i gay erano tutti sposati o si facevano preti perché quello era l'unico modo in cui si evitava di dover dare spiegazioni del perché non si fossero sposati con una donna.

Anche se in Italia pare che la propaganda sia più di moda che il racconto dei fatti, chiunque conoscesse come funzionano delle domande per l'asilo sa bene che chi è stato vittima di persecuzioni ha paura di rivelarsi gay anche giunti in Italia. Esistono associazioni che devono mostrare ai rifugiati i giornali in cui si parla id matrimonio gay per far capire loro che non devono aver paura di dichiararsi, ma il partito di estrema destra preferisce promuovere odio raccontando che:

In base ai protocolli collegati alla Convenzione sui Rifugiati e per l’Italia al decreto legislativo n.251, 2017, lo status di rifugiato spetta anche a chi si trovi in pericolo di vita a causa della propria omosessualità; in Africa moltissimi stati equiparano l’omosessualità ad un reato dunque il gioco, o per meglio dire l’escamotage, è presto fatto.
Ogni due settimane l’Arcigay di Roma organizza dei gruppi di ascolto per gli immigrati omosessuali, finalizzati a supportarli nel passaggio in una nuova realtà. Ma secondo quanto candidamente confessano gli stessi membri dell’associazione Lgbt, questi incontri altro non sono che dei “tirocini legali”, preparazione alle udienze alle quali questi individui dovranno partecipare per “dimostrare” di essere in pericolo nel proprio paese nativo per via del loro orientamento sessuale: «Nel 99,9 % dei casi, i migranti che vengono da noi non sono gay, sono qui solo perché hanno bisogno dei documenti. Per ottenerli però devono risultare convincenti di fronte ai giudici e per chi è eterosessuale e proviene da Paesi dove i gay non sono accettati, non è certo facile. Noi proviamo ad aiutarli a combattere la loro omofobia e a sentirsi a loro agio nei “panni gay”». E chi effettivamente è omosessuale ed è stato perseguitato nella propria nazione tanto da doverla lasciare, si ritrova solo e senza aiuto: «Ho incontrato ragazzi che pensavano fossi malato” racconta un vero omosessuale “che andavano agli incontri solo per capire come ottenere i documenti».

Si passa così a lamentarsi di come non si facciano "test" per determinare l'orientamento sessuale anche se si tratta di teorie ascientifiche usate da Paesi come l'Arabia Saudita. Ma è forse invidiano di fondamentalisti che Casa Pound vorrebbe introdurre strumenti di tortura anche in Italia:

Con una sentenza del 25 gennaio 2018 la Corte di Giustizia Europea ha vietato i test psicologici per accertare se gli immigrati che sostengono di essere gay lo siano effettivamente o non stiano mentendo per ottenere il permesso di soggiorno; questi esami sono stati cancellati poiché sottoporre il richiedente asilo a tali accertamenti rappresenterebbe «una grave ingerenza nella vita privata». Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati nel caso di omosessualità l’unica prova che può esistere della loro effettiva appartenenza alla comunità Lgbt è la loro parola.

Ovviamente non è così, dato che oltre alla "parola" devono dare dati verificabili come fotografie, racconti e dettagli che rendono molto semplice comprendere se mentano a chiunque si interessi a quel tipo di persecuzioni. Ma ovviamente Il primato Nazionale se ne esce vomitando:

Un avvocato intervistato per la medesima inchiesta sostiene di aver seguito personalmente oltre 500 casi di immigrati che si dichiarano omosessuali, ma di non aver mai incontrato nemmeno uno che lo fosse veramente: «Quelli che arrivano nella maggior parte dei casi sono migranti economici. Spesso le loro storie sono tutte uguali, lo stesso copione, per questo io dico subito di non raccontarmi bugie perché altrimenti non li posso aiutare. A quel punto lavoriamo sui dettagli, si cerca di mettere in luce quegli aspetti che possono suggerire uno stato di reale pericolo e in alcuni casi, quando il migrante proviene da un Paese dove l’omosessualità è illegale, si può provare a percorrere questa strada come ho fatto recentemente con un ragazzo del Gambia. L’ho mandato alle riunioni dell’Arcigay ed è andata bene». Ma l’Arcigay del proprio coinvolgimento si “lava le mani”: «la tessera dell’Arcigay non certifica che una persona è Lgbt” dichiarano “e che se i Tribunali dovessero invece considerarla come “prova” è un problema dei giudici». Un scaricabarile indegno.

Si inizia così a dire che bisognerebbe impedire la protezione dei rifugiati lgbt:

Secondo i dati forniti nientemeno che da Open Migration, organizzazione che combatte per la difesa dei richiedenti asilo, sono 10 mila coloro che ogni anno presentano domanda di protezione in Europa asserendo di fuggire da persecuzioni contro gli omosessuali. E grazie a questo “business”, avallato da avvocati e associazioni, sono probabilmente destinati a crescere.

peccato che l'unico vero business davvero decollato è quello con cui Salvini ha creato carceri per migranti affidate a società private che lucrano sulla disperazione dei meno fortunati.
1 commento