Umbria. Salvini e Meloni puntano sul fanatismo religioso (e il crocefisso viene spacciato per simbolo di laicità)


Massimo Gandolfini dice che a lui non sta bene che il Paese sia governato dalla maggioranza indicata dagli elettori italiani dato che lui condivide la teoria di Salvini per cui si dovrebbe votare ogni qualvolta i sondaggi diano in vantaggio la sua amatissima destra. Lo ha dichiarato nel corso di quella pagliacciata che lui ha battezzato "Family day umbria" nonostante si trattasse di un banale comizio elettorale in vista delle elezioni.
«La gente di buonsenso e la gente comune non ne può più del pensiero unico che gli viene imposto. È stanca di essere presa per i fondelli ed è per questo che vuole scegliere candidati e partiti onesti che promuovono questi valori e questi principi», ha dichiarato l'uomo che si batte per impedire che i gay possano avere pari diritti prima di essere interrotto da una platea che si è spellata le mani nell'acclamare l'arrivo del loro Silvio Berlusconi (a detta del leader integralista, espressione di onestà nonostante le condanne e le inchieste).
Gandolfini ha poi concluso il suo invito sostenendo che Salvini, Berlusconi e Meloni siano il volere di Gesù Cristo: «Concludo in maniera molto chiara ed esplicita: il cristianesimo è un evento storico, non è un'ideologia né un sistema di pensiero, né tanto meno un affare di coscienza. Il cristianesimo può avere una tradizione storica e politica. Ed è per questo che i tre leader a cui cedo ora la parola hanno accettato il nostro invito. Polis senza utero in affitto, senza cannabis libere, assurdi diritti al suicidio e medici che vanno in giro a uccidere gli ammalati».

Sempre strumentalizzando il cristianesimo, è nel suo intervento che Salvini ha sostenuto di conoscere «l'Umbria via per via, borgo per borgo, campanile per campanile, santo per santo. C'è qualcuno che rosica perché gli altri non avrebbero bisogno di un auditorium per le assemblee del loro partito ma gli basterebbe il bar. La sinistra dice che chi vota Salvini non può dirsi cristiano, ma io dico che devono rileggersi i testi sacri perché se loro dicono che io sbaglio, il fondamento del cristianesimo è il perdono di chi sbaglia».
Sempre appellandosi al populismo e facendo finta di non sapere che non è lasciando un mercato alle mafie che si risolvono i problemi, il leader padano se n'è uscito con frasi come: «da senatore e da papà dovranno passare sui nostri copri prima che qualcuno legalizzi la cannabis»
Annunciano che lui chiederà che i medici possano opporsi alla volontà dei malati terminali, Salvini giura che lui avrà «rispetto ai medici che fanno certe scelte precise» e che quindi quelle «scelte» potranno essere imposte con la forza ai malati. Ed ancora, dice che «rivendico come un mercimonio imbarazzante la sola idea dell'utero in affitto che dovrebbe far rivoltare lo stomaco soprattutto alle donne che qualcuno prende come bancomat e poi con Giorgia e con Silvio condividiamo la posizione comune sulla liberà educativa che quel genio del nuovo ministro della pubblica istruzione vuole mettere in discussione. Ma già uno che parte dicendo di tassare le merendine e che non gli piace il crocefisso in aula ha bisogno di una terapia lui. Voler togliere i crocefissi e occuparsi delle merendine rappresenta un disagio».
Insomma, lui è contro la laicità dello stato e a favore dei bambini che si danneggiano irrimediabilmente la salute imbottendosi di zuccheri saturi e di schifezze. Ed ovviamente non vede disagio nel suo occuparsi del ripieno dei tortellini o di come imporre crocefissi nelle aule.
Ed ancora, sbraita che «Libertà educativa significa che i bimbi sono bimbi e che le bimbe sono bimbe. Non bisogna vergognarsi a ricordare che i bimbi sono bimbi e che le bimbe sono bimbe anche se per qualcuno è fuori moda. E poi chiedere rispetto. L'umbria è terra di santuari, è terra di santi, di san Francesco, di santi tutti perché ci sono 92 comuni e 92 santi patroni. La terra deve dare rispetto in cambio di altrettanto rispetto. Quindi nessuno può pretendere di venire qua e chiedere di togliere un crocefisso. Perché quel crocefisso è là da sempre e ci resterà per latri secoli, altrimenti tornatene a casa tua».

Giorgia Meloni sostiene che solo l'estrema destra «si rende conto di quanto sia importante di parlare di famiglia, di sacralità della vita, dell'identità religiosa [...] In un periodo come questo la famiglia è un nemico perché è il fulcro della nostra identità e perché il pensiero unico vede come un nemico la Patria, l'identità religiosa, l'identità famigliare: tutto quello che ci definisce è un nemico».
Peccato che la signora Giorgia meloni sia quella che non vuole riconoscere l'identità di genere o religiosa di chiunque non sia espressione di sé, ponendo come nemico ogni diversità e ogni cultura che la porti a doversi confrontare con chiunque non sia il suo vissuto.
Sempre inneggiando al razzismo, la signora si è messa anche a sbraitare che «vengono qui centinaia di migliaia id islamici che vogliono distruggere la nostra identità». «Ci dicono che dobbiamo togliere il crocefisso dalle nostre aule perché siamo uno stato laico, ma dobbiamo ricordare a quei signori che è stato proprio quel crocefisso ad insegnarci cosa sia la laicità dello stato. A dirci che bisogna avere rispetto di chi ha altre credenze religiose ce lo dice quella stessa Europa in cui ci sono interi quartieri in cui vige la legge islamica perché la laicità dello stato viene usata solo contro l'identità cristiana».
Conto l'identità di genere, dice che vogliano eliminare l'identità per rendere le persone un numero mentre lei garantirà maschi che scopano donne, magari picchiandole pure come suggeriva quel suo suo amichetto ortodosso che era stato invitato al congresso di Verona.

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