Erdogan si mette a bombardare i presidi sanitari: MSF costretta ad abbandonare la popolazione


Non pare esserci limite agli orrori dell'invasione turca della Siria: i presidi sanitari non sono più riconosciuti neutrali e vengono bombardati come posizioni strategiche. Lo annuncia Medici Senza Frontiere, spiegando come «a seguito dell’azione militare lanciata dall’esercito turco e l’estrema instabilità nel nord-est della Siria, abbiamo preso la difficile decisione di sospendere la maggioranza delle attività e di evacuare lo staff internazionale dalla regione».
Se il 19 ottobre i neofascisti affiancheranno la Lega per ribadire che a Salvini non frega nulla di chi scappa dalla guerra dato che lui preferisce pensare ai tortellini e ai suoi investimenti all'estero, quelle Ong che lui ama disprezzare e contro cui lui è solito fomentare odio erano l'unica speranza per migliaia di profughi che potrebbero ben presti diventare carne da macello per una propaganda leghista che probabilmente speculerà su chi fuggirà dall'Interno. Come spiega Medici Senza Frontiere, i progetti in corso erano vitali:

A Tal Tamar, le nostre équipe hanno distribuito coperte, razioni di cibo d’emergenza, acqua e sapone alle migliaia di sfollati che arrivavano quotidianamente in città dopo essere fuggiti dalle loro case con solo qualche vestito sulle spalle. Fino al 13 ottobre, abbiamo fornito acqua a diversi villaggi della zona per supplire alla carenza di acqua a causa di un attacco aereo che ha danneggiato il sito dove di pompaggio dell’acqua, interrompendo così l’approvvigionamento idrico di intere città.
Attacchi aerei, bombardamenti e scontri armati hanno avuto un grave impatto sulla popolazione civile e sulla capacità delle organizzazioni umanitarie di fornire assistenza in modo sicuro.
Il 13 ottobre, decine di feriti di un attacco aereo sono stati portati all’ospedale di Tal Tamer. Nella città di Ain Issa, le nostre équipe hanno visto la popolazione fuggire dalle proprie case a piedi per fuggire dal conflitto in corso. Gli operatori sanitari sono stati evacuati e trasferiti dall’ospedale di Ain Issa che è stato uno dei principali ospedali a curare i feriti durante gli ultimi cinque anni.
Oggi, dopo l’evacuazione, abbiamo saputo che la popolazione nel campo di Ain Issa non ha avuto accesso a cibo, acqua e assistenza medica. Proprio una settimana fa, le nostre équipe stavano fornendo assistenza medica, sostegno psicologico e distribuendo acqua alle persone nel campo. Ora queste persone sono abbandonate a una situazione davvero precaria e siamo estremamente preoccupati per la loro salute.

La richiesta della Ong è semplice. «Chiediamo a tutte le parti in conflitto di garantire la protezione dei civili, incluso lo staff medico e i loro pazienti. Chiediamo inoltre di assicurare alle organizzazioni umanitarie un accesso sicuro e senza ostacoli alla popolazione civile in modo da poter dare assistenza quando è estremamente necessario».
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