Giorgia Meloni fomenta patetiche isterie volte a convincere i poveri a difendere i privilegi dei ricchi
In una politica che ormai vive sull'allarmismo e sulla costante creazione di paure irrazionali da poter cavalcare per profitto, capita anche che Giorgia Meloni cerchi di fomentare i suoi proseliti sbraitando che sarebbe ingiusto riconoscere che un lussuoso attico in centro città valga più di una catapecchia in periferia. A detta sua, però, una revisione del catasto sarebbe nefasta perché un qualche riccone di estrema destra rischierebbe di dover pagare tasse proporzionate al valore dell'immobile posseduto.
Confezionando grafichette propagandistiche pensate per essere diffuse sui social network nella speranza che i suoi elettori la ringrazino per il suo impegno nell'impedire che i poveri possano pagare tasse proporzionate al valore delle proprietà dei dei ricchi che scrive:
Forse sperando di poter far leva sul complottismo, racconta che avrebbe «beccato» un qualcosa che nessuno sta facendo di nascosto dato che non è della trattava di Salvini con Mosca che si sta parlando. E non meno grave è come la signora fomenti inutile isterismi quando non ha nessuna carta in mano ma ha semplicemente letto che si porterà avanti la riforma del catasto di cui si discute da decenni.