Ha diretto il Viminale per 14 mesi, ora inveisce contro i successori perché le sue fondine erano obsolete


I casi sono due: o Matteo Salvini ha deciso di suicidarsi politicamente oppure dovremmo preoccuparci di un Paese in cui la propaganda pare ormai pensata per essere indirizzata ad elettori incapaci di comprendere la relazione tra causa ed effetto.
L'ex ministro avrebbe avuto 14 mesi per dotare le forze dell'ordine di  attrezzature all'avanguardia, anche se pare che lui abbia preferito farsi pagare sagre e feste in spiaggia, non abbia manco pagato gli straordinari agli agenti o si sia divertito a travestirsi da agente durante i suoi comizi elettorali quando non sperperava denaro pubblico per pagare costosissime navi militari da lui schierate contro poche decine di migranti sacrificati alla sua auto-promozione.
Con i soldi spesi per schierare navi militari «a difesa dei porti» si sarebbero potute comprare migliaia di fondine, eppure è continuando a cercare di trarre profitto personale dalla morte dei sue agenti uccisi durante uno scontro a fuoco che Matteo Salvini si è messo a sbraitare che lui esige che gli altri facciano ciò che lui non ha fatto. «Ho visto fondine fuori uso, ci sono macchine con 300mila km», dichiara elle agenzie stampa, quasi come se fosse colpa del fato se durante l'ultimo anno e mezzo non ha firmato un solo decreto per mettere al sicuro quegli agenti di polizia che muoiono mentre lui usa i cadaveri ancora caaldi a fini elettorali.

Non meno grave è come sostenga che gli agenti risponderebbero a lui, quasi fosse un mitomane che pensa al golpe dopo il fallito tentativo di dichiarare lo scioglimento delle camere sulla base dei sondaggi (ovviamente a sfregio delle regole costituzionali). Sostenendo che gli agenti lo acclamerebbero come il loro condottiero, l'uomo circondato da pregiudicati che si rifiuta di dar conto della trattava leghista che avrebbe visto il pagamento di mediatori russi incaricati di versare nella casse del suo partito soldi sottratti ai cittadini, dice: «Ora in visita al carcere di Terni: mentre a sinistra sono abituati ad andare a trovare delinquenti e assassini, io vado con orgoglio e rispetto ad ascoltare questi poliziotti che fanno uno dei lavori più difficili e meno tutelati».
Peccato che il leghista non spiega in che modo lui avrebbe tutelato gli agenti, dato che non ha speso un solo euro per la loro sicurezza ed ha pure messo nei guai quelli agenti che hanno obbedito ai suoi ordini nel lasciare che lui facesse giocare suo figlio con l'attrezzatura della Polizia di Stato.
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