Il generale Pappalardo vuole aprire le fontane e sconfiggere il cancro


Parlando della sua candidatura alla presidenza della Regione Umbria con i Gilet Arancioni, il generale Antonio Pappalardo ha dispensato promesse a piene mani: dice che lui non farà pagare tasse sui rifiuti, non farà pagare l'acqua, non chiederà nulla per il bollo auto, sconfiggerà le mafie in un anno e impedirà che gli umbri si ammalino di tumore. Regalerà mille euro al mese ad ogni famiglia, creerà 42mila nuovi posto di lavoro e ricostruirà tutte le zone terremotate in un anno. Dice che lui farà tutto questo perché ha deciso di comminare una sua "lira umbra" che evidentemente non terrà conto delle regole dell'economia se pensa di poterne stampare quanta ne vuole per regalare servizi che nessuno pagherebbe.
«Per affrontare l'emergenza lavoro bisogna avere denaro. Se non si ha denaro tutto il resto sono sciocchezze. Non si può affrontare con l'euro perché l'euro è a debito. Abbiamo un debito spaventoso. Se non creiamo una moneta complementare come la "lira umbra", noi non risolveremo mai nulla in Umbria», ha dichiarato dallo studio di TGR Umbria. Peccato che si sia davanti a chi cerca di sostenere che si possa far finta di non essere indebitati in modo da tornare a spendere denaro che non si ha perché si fa finta esista una moneta fittizia. Un po' come se si andasse al superato e si pretendesse di pagare il conto dicendo che avete deciso di dare un valore al biglietto di carta che vi siete stampati prima di uscire da casa.

Il generale ha anche proposto la sua semplificazione: «Vi faccio un esempio. Un tale va in un paese con una bottiglietta di plastica che vuole vendere a due euro. Ma quel paese è pieno di fontane e nessuno si compra la bottiglietta perché giustamente loro si prendono l'acqua gratis dalle fontane. Allora lui è furbo. Lui vuole vendere la bottiglietta e va dal sindaco e fa una convenzione e acquista le sorgenti di quelle fontane e poco alla volta fa diminuire l'acqua in modo che la gente è costretta a prendersi la bottiglietta a due euro. Noi arriviamo con questa moneta e apriamo di nuovo le fontane. L'importanza è aprire le fontane».
Peccato che se il comune avesse investito i soldi della convenzione per asfaltare le strade o per pagarsi le scuole, non potrebbe riaprire le fontane vendute ad un terzo senza prima averle ricomprate. E con quale denaro? A detta sua, con denaro che lui stampa senza che vi sia nulla a coprine il valore.



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