Una ricerca evidenzia come i giovanissimi vengano indottrinati all'omofobia dalla propaganda dei gruppi d'odio


Nel mondo stanno nascendo numerosi gruppi d'odio fondato da individui che paiono disposti a tutto pur di mettersi in tasca i fondi che ruotano attorno al business dell'omofobia. Peccato che a farne le spese siano soprattutto i giovanissimi.
È quanto emerge da un'indagine condotta dalla britannica Galop, la quale osserva come il 9% dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni pensino che l'omosessualità possa essere "curata" come ama spergiurare la signora Silvana De Mari negli articoli pubblicati dal quotidiano di Belpietro. E se è pur vero che in quella fascia d'età rientri anche la più alta percentuale di persone in disaccordo con questa teoria, molto grave è come una fetta di quel 9% creda che i gay possano rappresentare un "pericolo" per gli eterosessuali (ossia la teoria per cui Gandolfini si lancia nel sostenere che i bambini debbano essere "difesi" dalla tolleranza).
I paragoni tra i dati riscontrati e la realtà italiana non sono casuali, dato che la propaganda omofoba viene gestita a livello globale da potenti lobby ed ha una retorica che punta sempre e sulle solite bugie (votivo per cui i ragazzi inglesi avranno un loro Jacopo Coghe inglese che gli spaccerà le stesse fesserie che il nostro vomita qui da noi).
Secondo i ricercatori, quei risultati mostrano il frutto della retorica anti-lgbt combinata con l'ideologia neoliberale basata sull'indivualismo: «Potrebbe anche essere connesso all’influenza del numero crescente di community di odio online», dichiarano.
Un altro aspetto preoccupante emerso dallo studio è la crescita del numero e della gravità delle aggressioni omofobe.
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