Fratelli d'Italia si vanta di violare la legge pur di inveire e fomentare odio contro presunti stranieri


Fratelli d'Italia mette le cose in chiaro: davanti al profitto che sperano di ottenere dalla promozione del razzismo, loro se ne fregano di violare la legge e di schedare dei liberi cittadini manco si fosse tornati nel Ventennio. Ed è così che il parlamentare Galeazzo Bignami e il consigliere Marco Lisei si sono messi a filmare i cognomi presenti sui citofoni delle case popolari per inveire e sbraitare contro quelli che gli apparivano stranieri. Ovviamente un cognome non è "prova" di una cittadinanza o di un'origine etnica, ma evidentemente il populismo generalista di Fratelli d'Italia non si cura di queste inezie quando c'è la possibilità di lanciare invettive e suggerire metodi con cui i neofascisti potrebbero identificare delle vittime da aggredire o stuprare perché sgradite al partito di Giorgia Meloni.
Nei video confezionati per essere diffusi sui canali di propaganda social del partito di estrema destra, i due sostengano che sia un atto una «epurazione» degli italiani dato che quei poverini hanno scelto di abitare in quartieri meno degradati. Ma si sa, l'importante è far creder che i poveri tolgano qualcosa ai ricchi così la gente voterà la "Cristiana che vuole schierare navi da guerra per impedire che si possa salvare la vita ai bambini che affogano nel Mediterraneo.
Sempre secondo copione, gli autori di quella vergogna si auto-assolvono dalle loro colpe ricorrendo al vittimismo: «Ci diranno che stiamo violando la privacy, ma non ce ne frega assolutamente nulla, perché se stai in un alloggio popolare e c’è il tuo nome sul campanello bisogna che ti metta nell’ottica che poi qualcuno può andare a vedere» dato che quegli edifici «sono stati costruiti dai nostri padri e dai nostri nonni».
Quindi, per proprietà transitiva, la signora meloni non avrebbe dovuto aprire una società lussemburghese per portare in un paradiso fiscale le sue ricchezze dato che quelle banche sono state costruite dai nonni e dai padri dei lussemburghesi e non certo dal suo.
Ma a mostrarci come la violazione della legge sia ormai prassi del populismo, il consigliere comunale leghista Umberto Bosco ha realizzato e diffuso dei video realizzati da droni che sorvolano proprietà private per "denunciare" la presenza di cittadini di origine straniera.

Nel 2016 Bignami finì al centro di alcune polemiche per essersi fatto fotografare con una svastica al braccio. Lui si difese dicendo che quello era il suo addio al celibato ed, evidentemente, il gesto non ha dato fastidio al partito di Giorgia Meloni che continua ad offrirgli stipendi pubblici e poltrone.
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