Giorgia Meloni usa i lavoratori dell'Ilva come "pretesto" per chiedere che nessuno contrasto il suo odio


Giorgia Meloni pare furiosa all'idea che qualcuno possa voler contrastare quell'odio che lei e il suo amichetto "padano" hanno seminato per profitto personale. Sbraitando che lei non tollera che qualcuno possa curarsi delle centinaia di minacce e di offese che i nazifascisti vomitano contro una senatrice sopravvissuta all'Olocausto, la signora non si è risparmiata neppure dal calpestare la dignità e le famiglie dei dipendenti dell'Ilva come "pretesto" per inveire contro chi sta iunterferentdo con i suoi affari.
«La più grande acciaieria d'Europa rischia di chiudere e il Parlamento si occupa di parole d'odio», afferma. Poi, scimmiottando Salvini nel riportare qualunque questioen solo a quelloc he è il suo interesse, la signora ha fatto vittimismo nel dire: «Io sono la persona più insultata d'Italia. Se io dico che sono per la famiglia tradizionale queste sono parole d'odio».
da quelle parole emergono due problemi. Il primo è che la signora Meloni teorizza uno Stato in cui non ci si possa occupare di più di una sola cosa alla volta. Per lei, se un'azienda è in crisi non si dovrebbe pensare ad altro. Se una decina di migranti viene salvate dalle acque, l'Italia deve fermarsi ad ascoltare un Salvini che non perderà occasione per sostentare il suo disprezzo verso quelle vite. Siamo davanti all'esasperazione del "prima gli italiani" di stampo leghista, dove tutto viene collocato in una classifica in cui si dice che i primi non devono curarsi di chi sta dietro.
Il secondo problema è che la signora mette sullo stesso piano chi viene contestato per le sue opinabili idee e chi viene perseguitato per la sua esistenza. E se il suo ripetere a pappagallo gli slogan di Gandolfini non fa che dimostrare l'assenza di vere argomentazioni, il fatto che il suo dirsi "per" una famiglia diversa dalla sua non pare avere attinenze con le sue azioni volte a chiedere che i bambini non siano difesi dal bullismo omotransofobico, il suo opporsi a leggi che garantiscano uguaglianza e il suo sostenere che Dio odierebbe i gay.
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