I patetici pretesti con cui Giorgia Meloni si rifiuta di permettere ai giudici di verificare le accuse di Report


In un Paese normale, la signora Giorgia Meloni si preoccuperebbe di come il suo Ignazio La Russa si senta legittimato a dichiarare pubblicamente che lui non è antifascista o di come Steve Bannon e Silvio Belusconi parlino di lei in termini di «fascista». E invece no, in Italia la signora Meloni è impegnata ad aizzare i suoi haters contro la trasmissione televisiva Report, accusata di aver investigato nei suoi affari.
Tutta la sua "difesa" è incentrata sullo sbraitare che "non è vero perché lo dico io" e che tutte le evidenze mostrate dall'inchiesta dovrebbero essere archiviate sulla base del suo negazionismo e sulla base del suo chiedere che la Rai di Foa impedisca ogni inchiesta giornalistica non piaccia a lei e ai suoi alleati. Ma ben più imbarazzante è come il suo bullismo sia accompagnato dal suo rifiuto a sporgere denuncia, forse ben sapendo che in quel caso ci sarebbero delle indagini ed un giudice sarebbe chiamato a verificare le accuse e si potrebbe scoprire una verità.
L'ultima parata che la signora Meloni si è inventata è il sostenere che che lei non sporgerebbe denuncia perché è buona e perché pagherebbero gli italiani. Peccato non sia vero:





Surreale è come la signora Meloni non avesse le stesse remore quando i fondamentalisti con cui lei firma contratti omofobi cercavano visibilità denunciando enti, comuni e trasmissioni pubbliche ritenute sgradite alla lobby di Gandolfini. E lo stesso si potrebbe dire di come lei sia ben felice che gli italiani paghino le cause intentate dai populisti contro il riconoscimento dei genitori dei figli dei gay...
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