Il fondamentalismo punta sulla paura e sulla disinformazione contro i diritti dei malati


L'organizzazione integralista di Jacopo Coghe e Toni Brandi ha scelto la via della paura per cercare di reclutare proseliti che si battano insieme a loro contro il diritto all'autodeterminazione dei malati. Se pare evidente che lo stadio terminale un malato con metastasi al cervello non sia paragonabile ad un coma, è generalizzando e strumentalizzando che se ne sono usciti sostenendo:


Il video linkato è ancora più aberrante, dato che la tesi è che l'eutanasia (che nessuno gli avrebbe imposto) debba essere vietata perché un'infermeria non credeva si sarebbe risvegliato. Esatto, non si cita un parare medico ma si parla di una imprecisata «infermiera» che dal racconto si evince potrebbe essere stata persino una semplice oss (d'altronde non tutti quelli che hanno il camice sono infermieri e gli infermieri non possono certo pronunciarsi al posto dei medici).
Pare evidente che scelte così difficili sarebbero rese possibili solo a fronte evidenze mediche, così come pare evidente che sarebbe servita un'esplicita volontà che qui non abbiamo, ma il giochino di Brandi e Coghe si basa sul tentare far credere che se non si impedirà ai malati di poter scegliere per sé stessi, qualcuno andrà in giro ad ammazzare la gente. Insomma, l'ennesima truffa culturale di quella setta che è cresciuta e si è arricchita con la bufala "gender".

Lo scopo dei due integralisti viene esplicitato nel programma del congresso “Questioni di fine vita e obiezione di coscienza” organizzato da Pro Vita & Famiglia, dall’Associazione Medici Cattolici Italiani, il Centro Studi Rosario Livatino, la Federazione Europea Associazioni Medici Cattolici e l’Unione Giuristi Cattolici Italiani. Insomma, sempre la solita cricca che già tentò di impedire l'approvazione e che ama abusare del termine "cattolico" come pretesto per imporre il suo volere al prossimo.
E come si evince dal titolo, è alla presenza di Jacopo Coghe che tenteranno di sostenere che ai medici debba essere consentita la possibilità di infliggere agonie e accanimenti terapeutici ai propri pazienti contro la loro volontà, dato che la vita è loro ma Coghe vuole potergli imporre il suo volere.
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