Privita Onlus lancia la sua macchina del fango contro la legge per contrastare l'omofobia


L'organizzazione integralista di Toni Brandi e Jacopo Coghe ha già avviato la sua macchina del fango contro la legge sull'omofobia. Proponendo dati rivisitati ideologicamente, sul loro sito leggiamo:

C'era da aspettarselo. La proposta di legge contro l'omofobia del deputato Alessandro ha iniziato il suo iter in commissione Giustizia alla Camera e potrebbe essere approvata. Si tratta di una vera e propria forzatura, lontana anni luce dal sentire del popolo italiano. In Senato è stato anche depositato il ddl 1176 di Alessandra Maiorino, che contiene modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale e l'istituzione della Giornata nazionale contro l'omotransfobia.
Questo tipo di leggi censura indirettamente chi crede che i bambini abbiano diritto a un papà e una mamma, calpestando di fatto diritti umani inviolabili: la libertà di pensiero e la libertà di parola. Quanto poi alla presunta «emergenza omofobia» nel nostro Paese, cioè ai crimini contro le persone Lgbt, che secondo i proponenti sarebbero diffusi in modo allarmante, ecco i dati: l'Oscad, organismo del ministero dell'Interno che monitora gli atti di discriminazione, ha ricevuto e registrato da gennaio a ottobre 2017 solo 13 denunce contro le 83 del 2016, segnalando addirittura una controtendenza.

Pare surreale vogliano sostenere che un legge contro l’omofobia «calpesta i diritti umani inviolabili, la libertà di pensiero e di parola» dato che tali asserzioni non c'entrano nulla con il tema in questione.
In virtù di come si parli di una estensione della Legge Reale-Mancino ai reti di stampo omofobo, basta guardare la dialettica di Salvini e della Meloni per comprendere che nulla vieti di esprimere opinabili opinioni contro intere etnie anche se quella legge serve proprio a contrastare anche l'odio razziale.
E non va meglio con il citare a casaccio i dati dell'Oscad: dinnanzi alle aggressioni pressoché quotidiane contro persone lgbt, la polizia e i carabinieri non possono catalogare i fatti sotto la voice "omofobia" dato che quel reato non è previsto dal codice penale. Sostenere che non esiste nessuna «emergenza omofobia» solo perché non possibile catalogare i reati sotto quella definizione appare pura malafede.

Si passa così a sostenere che la legge sarebbe discriminatoria verso gli eterosessuali, negando che il contrasto alle discriminazioni su base etnica e religiosa esista da anni e nessuno si sia mai sognato di sostenere di essere sentirsi discriminati perché non si è parte di un gruppo discriminato:

Ma non esiste alcuna «emergenza omofobia». Una legislazione di favore per sarebbe invece discriminatoria nei confronti di chi (omosessuali o no) non ritiene di dover essere etichettato per i propri gusti e le tendenze sessuali.
Attraverso queste leggi poi si rende possibile alla propaganda Lgbt di entrare nelle scuole con progetti dove, con la scusa della discriminazione, si parla di ben altro. E qui si gioca il rispetto di un altro diritto inviolabile dell'uomo: il diritto alla libertà educativa dei genitori.

Raccontare che un orientamento sessuale possa essere «propagandato» sembra terrorismo dato che si tratta di un'asserzione assurda che mira a spaventare gli ignoranti, così come non pare che insegnare la legalità a scuola violi il fantomatico «diritto alla libertà educativa» di quai camorristi che vogliono spingere alla criminalità i propri figli.

Il finale è ancora più tragicomico:

Le leggi contro l'omo-transfobia servono a sottomettere le persone, soprattutto i ragazzi, a una dittatura arcobaleno malcelata dietro a facili slogan. Violenza e discriminazioni ingiuste vanno sempre condannate ma le norme già ci sono e puniscono i colpevoli. Le leggi contro l'omo-transfobia servono ad alimentare il business dell'anti-discriminazione: molte aziende votate alla lotta all'omofobia, all'inclusività, e alla promozione dei cosiddetti «nuovi diritti civili», fanno affari d'oro qui in Occidente. Salvo poi intessere altrettanto lucrosi rapporti commerciali proprio in quei Paesi dove l'omosessualità è addirittura reato passibile di condanna a morte.

Detto da quelli che hanno invitato al loro congresso di Verona persone che hanno finanziato una proposta di legge per inserire la pena di morte per i gay ugandesi, pare che la loro ipocrisia pare non abbia limiti.
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