Secondo Di Maio, non ci si dovrebbe occupare dei problemi dei bambini senza diritti perché piove


Dove spera di poter andare un Paese in cui il populismo ha ridotto la politica in una ricorsa all'odio sociale in cui tutto diventa pretesto per creare false contrapposizioni sociali? Facendosi promotore dell'ideologia leghista per cui esisterebbe una graduatoria di priorità in cui bisogna affidarsi al membro della casta chi ci promette che lui ci farà venire «prima» degli altri, è sostenendo che il Governo non possa pensare a più di una singola cosa per volta che Luigi Di Maio se ne esce sbraitando che non ci si dovrebbe occupare dei problemi dei bambini senza diritti perché piove.
Chissà se il pentastellato è in giro per l'Italia a dare passaggi con l'ombrello o se la pioggia è solo uno dei mille presti con cui vuole rimandare all'infinito un tema poco proficuo in termini di voti ma di vitale importanza per tutti quei bambini che son nati in Italia e che non hanno gli stessi diritti dei loro coetanei. Ricorrendo ad una dialettica ferocemente violenta, il M5S dichiara:


Fa abbastanza ridere il sostenere che la giustizia sociale sia da intendersi come uno «slogan elettorale» nonostante nell'Italia di Salvini e della Meloni è evidente sia molto più proficuo cavalcare l'odio che i diritti umani. Ed è surreale che la pioggia possa diventare il pretesto per sostenere che la vita di migliaia di bambini non sia meritevole di attenzione perché magari i loro genitori non possono votare...
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