26 maggio 1995, quando Repubblica sdoganò il nudo maschile


Era il 26 maggio 1995 quando il Venerdì di Repubblica sdoganò il nudo maschile in Italia. Per la prima volta nella storia del nostro Paese, un giornale generalista come il supplemento culturale del quotidiano La Repubblica pospose in copertina un uomo nudo. E che uomo, dato che si trattava nientepopodimeno che di Raoul Bova.
Come dichiarò la stessa redazione, si trattò di un tentativo di proporre la sensualità del corpo maschile alla stessa stregua di quello femminile in un contesto che non fosse comico. Non tutti i partecipanti lo compresero, tant'è che lo stesso articolo dichiara che forse Raoul Bova fu l'unico ad essersi davvero proposto «con l'esplicito e onestissimo intento di suscitare desiderio».
Assieme a lui posarono anche il ballerino Raffaele paganini, un Massimo Ghini non certo provocante nel suo indossare un reggiseno ed un Ennio Fantastichini che non pareva volersi davvero mostrare più di tanto. Diverso è il discorso che riguarda il conduttore Luca Barberschi, l'unico a proporsi un un nudo frontale integrale, anche se risultava un po' forzato nel suo indossare una improbabile cintura di castità.
A pagina 112, venne aggiunta anche una fotografia estranea al servizio: si trattava di uno scatto allo sciatore olimpico Alberto Roma, precedessore nell'essersi proposto in un servizio di nudo integrale sui giornali, anche se quelle fotografie vennero fatte passare quasi sotto silenzio dato che evidentemente si riteneva troppo imbarazzante parlare di un uomo così conosciuto che posava senza veli.

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