I fondamentalisti polacchi si riuniscono in Vaticano per sostenere che i gay non abbiano diritti civili


Dopo Verona, il fondamentalismo sedicente religioso di estrema destra ha dato vita ad un altro convegno contro la vita delle persone. Ad organizzarlo ci hanno pensato gli antiabortisti polacchi, un gruppo di fondamentalisti legati a doppia mandata con il solito World Congress of Families, che sono stati ospitati in Vaticano al cospetto del solito cardinale Gherard Ludwig Müller nonostante le loro posizioni apertamente contrarie al papato di Beroglio.
Coniano uno slogan che probabilmente ritroveremo spiattellato ben presto su tutti i siti di propaganda integralista, il gruppi dice di voler combattere una battaglia contro «gli ideologismi del cambiamento» attraverso un attacco alla triade di aborto, eutanasia e matrimonio egualitario a cui affiancano una presunta «cristianofobia diffusa» che dicono causi la discriminazione dei cristiani in tutta Europa.

A spiegarci la loro agenda politica è Paweł Lisicki, caporedattore e fondatore del settimanale ultraconservatore Do Rzeczczy. Sostenendo che le leggi debbano essere ritenute inferiori ad una fantomatica «legge naturale» a loro teorizzata, chiedono l'abrogazione di tutti i diritti civili che loro ritengono debbano essere ritenute «contrarie all'ordine della natura e immorali». nel dettaglio, esigono un completo divieto all'aborto, un totale divieto all'eutanasia e uno strenuo divieto al matrimonio tra persone dello stesso sesso dato il loro sostenere che «il fine ultimo delle nozze è la procreazione». Niente amore. Niente sostegno reciproco. Per loro le nozze sono solo un trattato commerciale con cui ci si impegna nella produzione di esseri umani.
Lisicki ha anche sostenuto che i Paesi che hanno approvato il matrimonio egualitario avrebbero agito come chi «volesse ritenere che i cerchi sono quadrati. Ciò che poi rende molto difficile contrastare tali normative naturali sono le leggi contro le discriminazioni. Perché prima si richiede la tolleranza, poi l’accettazione, quindi l’affermazione di sé fino al matrimonio e al diritto ai figli. In questo modo tutti potranno dimostrare di essere orientati all’omosessualità. Il che è innaturale. Non esistono quindi diritti delle persone Lgbti».

Tra i presenti figurano anche il presidente di Ordo Iuris Jerzy Kwaśniewski, l'ideatore della norma polacca che prevedeva un divieto assoluto dell'aborto con responsabilità penale per chiunque causi l’interruzione di gravidanza (compresa la madre) nonché ospite di Agenda Europe, il gruppo integralista che vuole annullare le leggi esistenti sui diritti umani fondamentali legati alla sessualità e alla riproduzione (ossia il diritto al divorzio, l’accesso alla contraccezione femminile, la riproduzione assistita, l’aborto e l’uguaglianza per le persone Lgbti). C'era il fondatore del Dignitatis Humanae Institute Benjamin Harnwell, l'uomo di Steve Bannon che ancor oggi risiede a spese dei contribuenti italiani nella certosa di Trisulti, nonostante la concessione gli sia stata revocata dopo che si è scoperto volesse tramutarla in una scuola di sovranismo politico. Ed ancora, hanno partecipato l’europarlamentare polacca Beata Kempa, il rettore dell’Università Corvinus di Budapest András Lánczi, il fondatore del trimestrale Fronda Grzegorz Górny, la scrittrice conservatrice Chantal Millon-Delsol, il vescovo dell’Opus Dei Juan Ignacio Arrieta e gli italiani Luigi Troiani ed Elisa Grimi.
Tra i finanziatori , invece, figura il solito il multimilionario russo Konstantin Malofeev, l'olicarca legato alla lega di Salvini, a Forza Nuova e all'organizzazione omotransofobica di Toni Brandi e Jacopo Coghe. Ed ovviamente c'è pure il solito Alexey Komov,il dipendente di Malofeev che siede nel Consiglio di amministrazione del Wcf e della CitizenGo.
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