Il partito di Adinolfi sostiene che Carola Rackete sia una "brigadista"


Secondo il partitino omofobo di Mario Adinolfi, la capitana Carola Rakete sarebbe una addirittura una «brigadista» dato che non ha abbandonato in mare i naufraghi che non piacciono a Salvini. Sarà che da un partito nato sull'odio non ci di può aspettare null'altro che odio, ma è surreale leggere deliri come questo:

Il fatto che Carola Rackete si permetta di denunciare Salvini non è solo la più spudorata manifestazione della superbia di un soggetto che si è dimostrata incapace di comprendere la responsabilità dei propri atti, per la quale l'eventuale strage di pubblici ufficiali sarebbe stato un banale incidente di percorso. Un soggetto del genere, sprovvisto della più elementare cognizione della responsabilità e della colpa - alla stregua di un'adolescente viziata che maltratta le coetanee per chiedersi poi cosa abbia fatta mai di male - non dovrebbe nemmeno accedere alla giustizia ordinaria e straordinaria senza la supervisione di un tutore legale, figuriamoci denunciare un ministro o un parlamentare dello Stato il cui ordinamento ha così orgogliosamente violato. Ma costei, che nel suo libro invita esplicitamente alla rivolta per distruggere l'ordine costituito, né più né meno di una miliziana delle Brigate Rosse importata dall'estero (perché in patria mai potrebbe fare simili invocazioni impunemente) fuori tempo massimo, è la prova di quanto sia minatorio uno scenario in cui l'opposizione politica (all'opposizione) si fa tramite processualizzazione; ormai su iniziativa di chiunque.
Un afflato totalitario così apertamente rivendicato può passare per la visione ufficiale delle alternative a Salvini da sinistra? Assisteremo ai dietrofront di chi l'ha eletta paladina della civiltà, sarà sconfessata, o semplicemente dovremo registrare gli imbarazzati e imbarazzanti silenzi di chi, da LeU ad ItaliaViva, passando per il PD, si unì all'aspirante brigatista salendo sulla nave in procinto di sfondamento?

Insomma, loro odiano chi salva vite umane e si recitano a vomitare insulti gratuiti, scimmiottando Salvini nel sostenere che solo una «donna viziata» metterebbe a repentaglio la sua libertà pur di salvare vite umane sgradite al bulletto che scappa dai processi invocando l'immunità. Il tutto mostrandoci come il partitino omofobo di Adinolfi (che oggi odia il Pd dopo non essere stato votato da nessuno quando si candidò proprio come segretario del Pd) sia sempre più un satellite della Lega.
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