Nicola Porro, quando il giornalismo viene sostituito con la propaganda di partito


Se si guarda al comun denominatore degli articoli propagandistici pubblicati dal sito di Nicola Porro, pare evidente come tutto il materiale da loro prodotto sia finalizzato unicamente a fomentare la rabbia sociale attraverso la creazione di quel "noi conto loro" che fu alla base anche della propaganda nazifascista.
I loro articoli non propongono nulla, sbraitano che sia tutto una vergogna e che tutto sarebbe sempre colpa di qualcuno: è colpa di Greta Thunberg, è colpa di Saviano, è colpa della Boldrini ed è colpa della sinistra. Sempre. I nemici di Salvini sono i nemici di Porro e qualunque pretesto diviene una scusa per attaccarli, compreso quando si stratta di incitare degli adulti di estrema destra a vomitare feroce odio contro una minorenne che vuole difendere il Pianeta dall'inquinamento. Il motivo? Salvini non è salito su quel carro e, dato che la sinistra è più attenta al tema, allora bisogna giurare che inquinare il pianeta fa bene e che non esisterebbe alcun cambiamento climatico anche se basta aprire la finestra per accorgersi che il clima non è più quello di dieci anni fa...

E se le femministe scendono in piazza per manifestare contro le donne italiane che vengono picchiate da maschi italiani, subito si pubblica un articolo in cui si dice che il problema devono essere gli islamici dato che l'odio contro di loro è ritenuto una solida base elettorale per il suo Salvini e la sua Giorgia. Ci viene così propinato un Ocone che se ne esce sostenendo che l'emancipazione femminile attuale sia più che sufficiente dato che lui se ne esce con un semplicistico: «chi può mai credere oggi giusto considerare la violenza nei loro confronti, fisica o anche solo psicologica, come qualcosa da rubricare a reato di serie b, quasi una giusta reazione a torti di lesa maestà maschile?». Poi pazienza se il 60% degli italiani dichiara che la colpa di uno stupro sia l'abbigliamento della donna o se i centri anti-violenza sono pieni di donne che denunciano mariti che le picchiano per lesa maestà maschile... lo slogan populista nega il problema e e tenta di denigrare chiunque proponga idee non conformi al tornaconto della ricca élite populista.
E che dire di quei gay che vengono da lui usati per battutine omofobe contro l'elemosiniere del Papa ma, dopo aver taciuto sul gay picchiato a Torino o sull'aggressione di Roma, vengono ricordati solo quando nella lontana Londra l'autrice di un singolo atto omofobo (irrilevante a fini statistici) è islamica. Eppure sul suo sito di parla unicamente di quella notizia, premurandosi di asserire (attraverso la penna di Alessandro Gnocchi) che quel singolo fatto decontestualizzato basti a poter sostenere che «le due minoranze coccolate dalla sinistra ben presto entreranno in conflitto e molti scommettono che sarà l’ortodossia religiosa a vincere». In una sola frase troviamo un putiferio di amenità, dal sostenere che islamico sia sinonimo di terrorista al negare che i membri dell'isis vengono in Italia in business classe non certo sui barconi che il loro amato Salvini vorrebbe affondare. E tutto questo solo per pontificare che «è impossibile stare contemporaneamente con l’islam ortodosso e con il movimento LGBT». Un po' come è impossibile stare con il senatore leghista simone Pillon e con i diritti diritti dei gruppi sociali contro cui il leghista fomenta odio, ma a Prorro pare non interessino gli italiani minacciati dai fondamentalisti italiani dato che a sposare voti è l'odio religioso e la vittima diventa solo un oggetto da poter abusare nuovamente per veicolare nuovi messaggi d'odio. Ed infatti il titolo non si cura della vittima, usandola come pretesto per inveire contro le sinistre: "L’islamica in niqab non tollera il gay: sinistra in tilt".
Chiaramente la sinistra non solo non è andata in tilt davanti alla semplice regola per cui la libertà personale finisce quando minaccia quella altrui, motivo per cui appare quasi patetica quella loro retorica che spera di sostenere che chi è contro il razzismo non possa condannare le persone di origine straniera che commettere errori: ed infatti la teoria viene espressa sempre e solo da loro, anche quando dicono che il leghista gay che benedice gli omofobi non deve poter essere accusato di omofobia perché gay (ma chi mai l'ha detto che un gay non possa essere omofobo o che uno straniero possa davvero essere un criminale? Il tema è che a determinarlo non è né etnia né orientamento sessuale!).
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