La banda di Porro sbraita contro Greta, sostenendo che i giovani non devono pensare


Nicola Porro dice di avere un sogno: vuole che Greta Thumberg smetta di battersi per quello in cui crede dato che lui esige che si parli solo di quanto il suo amato "comandante" Salvini odia i migranti e di come non avrebbe alcuna remora etica o morale nel danneggiare pur di compiacere l'elettorato più razzista
Vomitando che Greta sarebbe «malata» e «manipolata» in quanto inutile ai loro fini politici, è lanciando un vergognoso articolo a firma del populista Franco Battaglia che il vicedirettore de Il Giornale sbraita:


I toni peggiorano nell'articolo, dove le argomentazioni vengono sostituite da insulti gratuiti come squallida prassi dei populisti. facendo becero bullismo contro una 16enne sgradita agli inquinatori padani, affermano:

Probabilmente Greta nacque genuina: una bambina malata la cui fissazione – la Terra che avrebbe la febbre – ha però fatto grande giuoco ai manipolatori e agli sfruttatori. Se la sono trovata lì, indifesa, pronta all’uso. E hanno preso, almeno nelle intenzioni, due piccioni con una fava: hanno ridimensionato il movimento sovranista che rischiava di avere la meglio alle ultime elezioni europee; e hanno rinsaldato la fissazione/truffa della green economy.

Se pare surreale che la banda di Prosso voglia sostenere che il populismo non avrebbe vinto alle europee per colpa di chi chiede il rispetto della natura, da voltastomaco è come proseguano dispensando insulti contro chiunque condivida ideali diversi da quell'ideologia che loro vorrebbero infliggere a danno dell'Italia:

Aver trascinato per le orecchie in piazza milioni di Gretini a protestare contro gli stessi che quei Gretini avevano creato è stato, senza dubbio, un diabolico colpo di genio. Di genio del male, appunto. Greta ha lanciato le sue invettive contro chi l’ha messa su un piedistallo: «Come osate! Mi avete rubato il futuro…» e, fateci caso, sùbito dopo emergeva la voglia di abbassare la soglia dell’età di voto fino ai sedicenni. O Greta, non è il futuro rubato che dovresti rivendicare, ma l’adolescenza che stanno rubando a te e ai tuoi Gretini seguaci. Dovresti pretendere di essere protetta, che non ti si accolli la responsabilità né del clima e neanche del voto. Dovresti reclamare la tua spensieratezza, ché quella ti hanno rubato. Di vivere senza responsabilità ancora qualche anno.

Guarda a caso, è forse notando che nel Regno Unito sono stati gli proprio anziani a fornire una base elettorale per le destre che la banda di Porro chiede che i giovani si disinteressino al loro futuro. E chissà non vogliano che a pensare alle politiche sul clima si quel loro Vittorio Feltri che nega il surriscaldamento globale perché "a Bergamo fa freddo".

Al limite del patetico è come Battaglia continui a dire che i giovani non devo pensare e che sarebbero "sfruttati" da non si bene chi. Ma d'altronde il populismo ha bisogno di nemici per sopravvivere e tutto è pretesto per inveire contro un imprecisato "loro" da contrapporre a quel loro amato padano che il più delle volte non si presenta manco al lavoro:

Il tuo tempo è quello dei primi amori. Il tuo momento è quello ludico. I tuoi pensieri non possono essere il clima. Che peraltro è un pensiero non ancora formato neanche nelle menti dei più navigati scienziati, fisici o geologi che siano. Tu e gli altri bambini Gretini dovreste gridarlo forte: lasciateci in pace, smettetela di sfruttarci. E, soprattutto, abbi la consapevolezza che i tuoi nonni e bisnonni, cui dovresti invece essere grata, hanno lavorato sodo per farti stare comoda e al caldo in un Paese, il tuo, che sarebbe inospitale per il freddo che fa.

Ed è sempre in una totale assenza di fatti che pontefica:

Invece vi stanno programmando per viverlo come un incubo, il futuro. Di farvelo sentire rubato, solo perché non sanno più come realizzare i loro tanto sporchi quanto improbabili affari e, messi alle strette, si stanno facendo scudo coi vostri corpi non ancora formati.
L’Omino di Burro vi ha messo sulla prima copertina, luccicante come uno specchio. Diglielo forte, Greta: non sono un’allodola. Chiedilo ancora più forte: riportatemi a casa, fatemi studiare. Fatemi studiare fisica, magari scoprirò cosa muove il clima del pianeta, ché ancora nessuno lo sa, se non gl’imbroglioni che mentono raccontando che siamo noi a governarlo. Smettetela di sballottolarmi per mare e per piazze. Gridalo forte, Greta: non sono io la persona dell’anno, anche se m’avete costruita tale, a mia insaputa. Chiedilo forte: non chiedetemi pareri su cose più grandi di me, e attendete quando saprò discernere per avere il mio voto. Non ora, a 16 anni: a 21, semmai. Non rubatemi l’adolescenza.

Ed è in mezzo a quelle stupidaggini populiste che la banda di Porro pare dimenticarsi di spiegare che il futile del pianeta non cambierà certo se Greta smettesse di parlarne. E raccontare che sia tutto a posto nonostante il lima sia evidentemente cambiato è come far suonare la banda sul Titanic dopo aver speronato l'iceberg.
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