Magdi Cristiano Allam vuole vietare il diritto di critica all'ideologia fondamentalista


Magdi Cristiano Allam chiama a raccolta i camerata contro un progetto indipendente per la misurazione dell'odio contro l'Islam, approfittandone per sbraitare contro un'Unione Europea che osa contribuire al progetto. Dalla sua pagina Facebook, il fondamentalista scrive:

Cari amici, in quest’Europa decadente, relativista, immigrazionista, manipolata dalla grande finanza speculativa globalizzata e islamofila, con i nostri soldi hanno finanziato un nuovo strumento suicida, denominato “Odiometro”, uno strumento investigativo che registra e valuta il livello del nostro odio. Per la precisione, non l’odio in generale, ma esclusivamente l’odio nei confronti dell’islam e dei musulmani, accomunati in modo indistinto come se si trattasse della medesima realtà.

Come prassi dei populisti, sostiene che ogni progetto mirato debba essere criticato perché non direttamente a beneficio dei suoi proseliti, magari lamentando pure si accomunano gruppi diversi quasi si volesse far finta che non siano i populisti i primi ad accomunare quei gruppi per i loro fini politici. Ed è facendo facile vittimismo che piagnucola:

Ebbene in questa prima fase l'Odiometro ha individuato anche me tra i “predicatori d'odio” in Italia. A pagina 20 e 21 nella pubblicazione diffusa per far conoscere l'iniziativa, si legge: “Le attività di ricerca hanno anche monitorato la pagina Facebook e l'account Twitter di Magdi Allam, giornalista e politico italiano originario dell'Egitto, noto per la sua critica all'estremismo islamico e per i suoi articoli sul rapporto tra la cultura occidentale e il mondo islamico”. Si cita anche un mio pensiero sul fatto che non essendo l'islam una religione riconosciuta dallo Stato, in Italia non dovrebbe esserci neppure una moschea. Toni più pesanti sono riservati a Salvini, alla Lega, Casapound, Forza Nuova, così come vengono menzionate Giorgia Meloni e Daniela Santanché.

La tesi è che non si possano muovere accuse documentate se l'indagato le nega. Funzionasse così, non ci sarebbe un singolo processo in cui gli imputati potrebbero essere ritenuti colpevoli.
Con "argomentazioni" simili a quelle che i fondamentalisti usano per sostenere che sarebbe legittimo "criticare i gay", Allam incalza:

Concepire l'islamofobia, intesa come il divieto assoluto di criticare l'islam, come un reato penale, è giuridicamente infondato e si traduce politicamente nel suicidio della nostra civiltà.
Limitare il monitoraggio di un vero o presunto odio nei confronti dell’islam e dei musulmani, significa attribuire loro una prerogativa rispetto alle altre religioni e alle altre ideologie.

Se è buffo che l'ideologia populista accusi ogni pensiero contrario al loro di essere una "ideologia", basterebbe sfogliare le condanne da lui collezionate nel tempo per capire che le opinioni legittime sono ben altra cosa. Nel maggio del 2011 fu condannato dal tribunale di Milano per diffamazione nei confronti del leader politico tunisino Rashid Ghannushi, contro cui firmò accuse del tutto infondate; nell'agosto 2011 il tribunale di Jesi condannò Allam per diffamazione ai danni dell'Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia per una falsa accusa di minaccia di morte ricevuta; nell febbraio del 2012 la 1ª sezione civile di Milano sentenziò che Allam aveva diffamato due giornalisti del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore attraverso una falsa ricostruzione dei fatti; nel gennaio del 2015 la corte d'appello di Milano ha condannato Allam a risarcire nuovamente l'Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche in Italia, per diffamazione, avendo accusato l'associazione di star "imponendo uno stato islamico".

Eppure Allam invoca la censura contro chiunque monitori l'odio:

Finanziare questo progetto che si ritorce contro noi stessi con i nostri soldi, significa essere votati al suicidio. Coinvolgere in questa opera di “spionaggio informatico” le università, i centri studi e le ONG che beneficiano anch'esse dei fondi pubblici che sono sempre i nostri soldi, è deplorevole.
Ecco perché chiedo che venga immediatamente posto fine a questa follia suicida, anticostituzionale, illegale, anti-democratica, che vorrebbe affermare il principio che in Europa si può criticare tutto e tutti tranne che l'islam.

Ma come? Non dicevano che i gay fossero "gli unici" che non potevano essere "criticati"? E non piagnucolavano che non potessero "criticare" le donne che non vogliono sottomettersi ai loro mariti? Non farebbero prima a dire che loro vogliono poter seminare odio vietando ogni critica alla loro ideologia?
1 commento