De Mari: «La sopravvivenza della specie è basata sul fatto che mamma abbia capacità empatiche e papà ne sia privo»


Silvana De Mari sostiene che le donne sono arpie che nutrono astiose gli uomini non si preoccupano delle loro emozioni. Riducendo la complessità umana a puri stereotipi, è dalla sua pagina Facebook che la fondamentalista torna a sostenere che ciò che va bene a lei e alla Mirino debba andare bene a tutte le altre donne.
Da copione, si parte dalla strumentalizzazione della religione, ossia ad un elemento chiave dei populisti e dei fondamentalisti per tentare di sostenere che le cose ingiuste debbano essere accettate perché loro giurano che sarebbe Dio a volerlo:

L’astio non ha la grandiosità dell’odio, la violenza della rabbia, la ferocia del disprezzo, ma è un buco nero dell'antimateria, che annulla e dissolve qualsiasi complicità e qualsiasi amore. L’astio è un sentimento piccolo e micragnoso, che si nutre di miserabili scempiaggini, e dell’incapacità cronica a perdonare. I mariti ci svalutano e qui nasce il nostro astio. I mariti non ci svalutano, i mariti sono maschi, hanno un cervello pragmatico e razionale, mentre il nostro è analogico ed emotivo, i due cervelli e le loro differenze sono fondamentali per la sopravvivenza dell’umanità, ma causano screzio sulle piccole distanze.

Se in realtà i martiri sono perlopiù maschi è solo perché nel Medioevo le donne erano trattate alla stregua di schiave, la fondamentalista incalza:

Nostro marito mette sempre in rilievo il nostro errore (e non tutti i nostri fantastici e infiniti pregi) perché così funziona il cervello pragmatico, che tende a cancellare gli errori per portarci alla perfezione, e NON CAPISCE, quanto ci fa stare male. Le parole chiave sono NON Capisce. Il cervello maschile è povero di neuroni specchio, ha poche capacità empatiche: se ne avesse non potrebbe svolgere le funzioni di cacciatore e guerriero e noi non ci saremmo perché la razza umana non ce l’avrebbe fatta contro le tigri dai denti a sciabola che ora popolerebbero il pianeta.

Se è per questo, anche quando non esisteva il servosterzo erano i maschi a guidare i camion perché ci voleva forza fisica per sterzare, ma i tempi sono cambiati come sono cambiati i tempi da quando c'erano le «tigri dai denti a sciabola». Oppure dovremmo riprendere la clava perché agli uomini primitivi serviva per sopravvivere?

Sempre dispensando stereotipi, la fondamentalista aggiunge:

I neuroni specchio li abbiamo noi, che siamo le regine dell’empatia, perché dobbiamo capire le esigenze dei nostri neonati e soddisfarle, altrimenti l’umanità si estingue. Quindi la sopravvivenza della specie è basata sul fatto che mamma abbia capacità empatiche e papà ne sia privo. Quindi piantiamola di riempirci di inutile micragnoso astio perché lui non ci capisce. Perché diavolo dovrebbe capirci? Non ha il cervello adatto. L’importante è che faccia il Sahara a piedi per portarci mezzo bicchier d’acqua. L’importante è che quando telefoniamo che siamo nei guai la sua unica domanda sia “dove sei?”, perché l’unica cosa di cui gli importa è venire a soccorrerci, a portarci la sua forza fisica, il suo testosterone, il suo cervello pragmatico e razionale che non distingue le sfumature dei colori e meno che mai quelle delle emozioni e il suo coraggio, quello di fare il Sahara a piedi per portarci mezzo bicchier d'acqua.

Eppure ci sono uomini empatici, uomini che comprendono e uomini che ci spiegano che il sessismo non è una "giustificazione" alla brutalità. Perché mai una donna non dovrebbe poter cercare chi la fa star bene solo perché la ignora De mari vuole pontificare sulle vite altrui e dire che a lei il maschio-unno piace?
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