Aggressione omofoba a Milano: in cinque contro uno


È nel week-end che a Milano si è registrata l'ennesima aggressione omofobia. Cinque fascisti hanno accerchiato ed aggredito con inumana violenza un attivista lgbt della città. Lo hanno fatto al grido di: «Vediamo se piangi adesso, fr*cio di m*rda»
Solo l’arrivo di alcune automobili hanno convinto i cinque criminali a fuggire. Neldenunciar ei fatti, la pagina “Rete della conoscenza Milano” spiega:

Non è la prima volta che un episodio del genere avviene nella Milano aperta e “gay friendly”. Non è la prima volta che chi si espone venga attaccato e chissà perché le aggressioni avvengono lontane dai muri arcobaleno della panchina della fermata della metro di Porta Venezia. Ed ecco che bisognerebbe capire che a nulla serve un quartiere ricco del centro trasformato in vetrina per le nostre identità per poter permettere a qualche sponsor di guadagnarci sopra, se poi nelle periferie o semplicemente a qualche passo dal centro diventa pericoloso camminare da soli di notte.
I quartieri sono sempre più dormitori senza luci e inanimati di notte. Dove la lotta alla socialità a colpi di politiche del decoro ha favorito chi lucra sugli affitti per gli studenti e li ha svuotati dei reali strumenti di “sicurezza”. La possibilità da parte delle comunità dei quartieri di poter vivere le strade, aprendo a meccanismi inclusivi e di tutela collettiva. Rifiutiamo inoltre ogni tentativo di spacciare una maggiore presenza delle forze dell’ordine per le strade come forma di sicurezza. Visto che in anni di indulgenza verso i gruppi fascisti da parte dello stato abbiamo assistito alla loro diffusione e non del loro contenimento. Per non parlare dell’umiliazione che troppe volte rappresenta dover esporre denuncia per aggressioni omotransfobiche (figuriamoci per stupro o molestie). Dove non sempre si viene creduti e il più delle volte bisogna pure sopportare risatine e battute sulla propria sessualità.
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