È finita la pacchia: il Senato autorizza il processo a Salvini


Per Matteo Salvini è finita la pacchia dato che ora dovrà rispondere delle sue azioni davanti au giudici e non più nei salotti sovranisti di Porro e Giordano.
Rasentando il patetico, il padano si è presentato in aula dicendo che il figlioletto che lui faceva giocare con i mezzi della polizia di stato a spese dei contribuenti gli avrebbe mandato un messaggio con scritto «forza papà». Poi, sempre usando quei minori come scudo, ha aggiunto pure: «"Se non portate rispetto a me, portate rispetto a due ragazzi che vanno a scuola, che non sono colpevoli degli eventuali errori del padre, che è convinto di non avere commesso errori e che è orgoglioso di quello che ha fatto per il suo Paese».
Se ormai è prassi che Salvini usi i suoi figli ogni qualvolta risulti on difficoltà e nonostante sia opinabile il suo sostenere che l'avrebbe fatto «per il Paese» e non per cercare profitto personale sulla pelle dei più deboli, il padano pare scordarsi che anche quelli dei migranti erano figli e che anche quelli sulla Gregoretti erano bambini. Ed era minorenne pure il 17enne che lui ha sbattuto in prima pagina sbraitando a fini propagandistici che lui lo riteneva uno spacciatore anche se incensurato e nonostante le accuse padane non fossero minimamente provate.
Davvero vuole sostenere che gli si dovrebbe garantire impunità solo perché padre? E suo figlio non meriterebbe di sapere se suo padre gli ha comprato i vestitini attraverso attività illecite come il sequestro di persona?
A volerglielo negare sono stati i senatori di Forza Italia e Fratelli d'Italia, i quali sostengono che i membri della casta debba ottenere impunità davanti ai reati commesi in virtù di quella loro dialettica volta a sostenere che le avita umana di uno straniero onesto abbia mano valore di quella di un pedofilo o di un camorrista italiano in virtù della sua etnia. Ed è così che per le destre, un sequestro di persona effettuato per campagna elettorale prima di far sbarcare i naufraghi sarebbe «tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante».
4 commenti