La Donazzan guiderà la crociata populista veneta contro i diritti dei bambini trans


È la consigliera Elena Donazzan, da tempo impegnata nel contrastare i diritti dei bambini lgbt per conto delle lobby integraliste, a risultare la firmataria di una mozione populsita che mira a danneggiare lo sviluppo dei bambini che risultano con conformi alla binarietà sessuale che Gandolfini e Salvini vogliono sia imposta per legge.
Il suo scopo è quello di impedire che ai bambini di Regione Veneto possano essere somministrati farmaci che rallentino la pubertà, garantendo che ogni uomo o donna transessuale venga fatta soffrire il più possibile in caso di transizioni in età post-adolescenziale. Vantandosi del suo operato, è all'organizzazione integralista Provita Onlus che la signora Donazzan dice che i farmaci avrebbero come scopo «la manipolazione dell’identità dei più piccoli» e che «io sono stata spinta dal comprendere che l’obiettivo delle istituzioni pubbliche è di difendere i più deboli e i bambini in particolare e di non permettere che ideologie distorte che perseguono qualche interesse finanziario, di lobby –si scagli contro i bambini che devono invece essere accompagnati serenamente verso il superamento degli scogli della vita per avere punti di riferimento che partono dalla propria identità. Da assessore regionale all’Istruzione ho tenuto e sto tenendo alta la guardia nei confronti delle teorie gender, segnalando la grave difficoltà di fronte ad una violenta campagna di comunicazione tesa a minimizzare e giustificare comportamenti invasivi della sfera personale e dell’educazione familiare. Ho emanato degli atti, perché la pubblica amministrazione deve parlare attraverso gli atti, volti al consenso informato delle famiglie che sono certa hanno a cuore la serenità e la vita dei propri figli. Questo significa che qualsiasi sia la parte politica o partitica di un genitori, non vorrà di certo bombardare di farmaci i propri figli».
Tradotto, la signora dice che un genitore omofobo debba poter fare del male ai propri figli pur di sostenere che quella prole non abbia alcun diritto se non quella di essere adibita a compiacere i loro pregiudizi e la volontà. Peccato che a farne le spese saranno i bambini veneti, resi vittima dell'odio integralista della lobby di Jacopo Coghe e di Toni Brandi.
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