La Cassazione ha dato ragione a Carola Rackete, ma la poliziotta dice sia «troia», «terrorista» e «zecca comunista»


È un brutto segnale quando la polizia di uno stato si mostra disponibile a violentare leggi e i diritti civili pur di assecondare gli interessi di un tizio che vuole essere chiamato "capitano". Eppure la poliziotta Silvia B. sostiene che le sentenze della Cassazione non contino nulla perché lei, pagata con i soldi dei contribuenti, obbedirebbe solo a Salvini e asseconderebbe ciecamente ogni sua accusa anche se già sbugiardate dalla magistratura.
Insomma, c'è da aver paura nel sapere che la polizia italiana obbedirebbe al bullo padano e non più alle leggi dello stato. Eppure è con una ferocia inaudita che la poliziotta scrive:


Ed ancora:


La Corte di Cassazione ha stabilito che il comportamento della capitana Carola Rackete sia stato conforme alle leggi ed è surreale che una poliziotta e un politico assenteista la risultino solo perché vogliono si sappia che loro odiano gli stranieri e schifano i diritti umani.
E deve far paura vedere come i leghisti vogliono il sangue e un'esecuzione sommaria di chiunque non sia allineato alla loro retorica autoritaria e violenta. Vivono in un mondo loro, ma sono molto pericolosi per la nostra democrazia.
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