Lo schifo di Salvini che sciacalla le vittime di femminicidio contro il Festival di Sanremo


Forse se gli assenteisti leghisti non avessero disertato ogni riunione per il contrasti al femminicidio mentre Pillon negava addirittura il fenomeno, il leghista Matteo Salvini non avrebbe avuto quelle vittime da poter sciacallare. Ma così non è stato e il bulletto padano ha ritenuto di metterle a frutto per le sue invettive contro Sanremo.
Ponendosi come il populista che pensa di risolvere tutto usando insulti, Salvini se n'è uscito dichiarando: «In una settimana in cui 5 donne sono state uccise da bestie, vermi infami, si mette un microfono in mano a qualcuno che nei suoi testi ha inneggiato alla violenza contro le donne. Da italiano dico che schifo, guardatevelo voi il festival».
Se pare buffo che a parlare «da italiano» sia un tizio che si è arricchito sostenendo che lui era padano e non italiano in virtù di come teorizzasse la supremazia dei settentrionali, il leghista dice pure: «A Sanremo hanno già deciso che vinceranno tutti quelli politicamente corretti e di sinistra». Eccerto, perché a quelle sue sagre della porchetta che lui preferiva alle discussioni parlamentari per il contrasto alla violenza di genere, lui pretendeva un Povia che cantava canzoncine contro gay e migranti. Voleva forse Mario Giordano sul palco dell'Ariston a canticchiare canzoncine che abusassero dei bimbi di Bibbiano per il suo profitto?
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