Riki sceglie il vittimismo: «Se che*ca isterica viene detto a me va bene, se lo dico io succede il putiferio»


Secondo il tipico copione di un'Italia populista fondata sul vittimismo, Riccardo Marcuzzo risponde stizzito a quanto hanno osato criticare i suoi insulti omofobi rivolti contro un giornalista che, proprio in virtù della sua professione, ha pieno diritto di stroncare una canzone.
Dal suo profilo Instagram, il cantante che si è classificato ultimo a sanremo e che ha dato del «brutto» e della «chec*a frustrata» a Davide Misiano, scrive:

Viviamo nel paese delle contraddizioni. Dopo il video di Gossip ho passato una settimana a sentirmi dire "che schifo il video che hai fatto, baci i maschi". Ho messo dei poster che invitavano a scriverci sopra e mi hanno disegnato sopra piselli e chiamato fr*cio. Ho passato dei periodi recenti in cui l’insulto più utilizzato era "bimbominkia" e "finocchio". Ho creato un billboard gigante con quel titolo proprio per far riflettere sull’odio che si scatena nel web. Ho passato dei periodi a scuola in cui alcuni ragazzini mi chiamavano ricchione e mi picchiavano. Ho fatto design allo IED di Milano, tantissimi compagni erano omosessuali. Ho aperto tre start up e in una di queste uno dei miei soci è gay. Ho lavorato e lavoro tuttora con colleghi omosessuali. Nessuno mi ha mai pensato omofobo.

Spiegato che lui ha tanti amici gay e negato che non si debba avere una la tessera di omofobo professionista rilasciata da Adinolfi per poter pronunciare frasi omofobe, è sostenendo che una recensione critica debba essere ritenuta un «insulto» che prosegue:

Il successo di un artista viene determinato anche dalla resistenza e dalla pazienza, però ricevere critiche e insulti oggettivamente ingiusti non è corretto.
Ho sbagliato, ‘checca isterica’ se viene detto a me va bene e nessuno può lamentarsi, se lo dico io succede il putiferio. Ieri sono caduto nella provocazione: capita di sentirselo dire da amici, di usarlo con altri significati, ma sui social ha un altro suono, un altro peso e capisco che può offendere. Se qualcuno si è sentito offeso mi dispiace, io non sono omofobo, ma credo che intorno a questo argomento ci sia tanta ipocrisia.

Peccato che il problema è che certi insulti non vadano detti e non va bene neppure quando li dicono altrui. Il sostenere di poter liberamente insultare qualcuno perché altre persone avrebbero usato degli insulti non è una giustificazione.
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