Tuiach: «Marx era ebreo. Tra le basi della nostra religione c'era la conversione degli ebrei»


Fabio Tuiach pare un disco rotto nel suo ripetere sempre le stesse cose nei suoi quotidiani attacchi contro stranieri, gay, donne ed ebrei. Asserendo che lui si senta «perseguitato» da una maggioranza che non condivide la sua ideologia, il consigliere triestino ci spiega che lui vorrebbe estendere il suo odio religioso anche a chi crede nel suo stesso Dio ma non si piega alle sue regole.
Nonostante gli ebrei credano nel Dio dei cattolici e nonostante Gesù fosse ebreo anche se a lui piace dire fosse «ariano», è scimmiottando i miliziano dell'Isis che l'esponente di estrema destra sostiene che la sua presunta "fede" vada praticamente imposta con la forza:


Nel link citato dal consigliere, si racconta la presunta «conversione» al cattolicesimo di un rabbino che pare si fosse salvato dalla deportazione grazie ad un prestito vaticano che gli permise di corrompere la Gestapo. Non è chiaro come ciò dovrebbe avere a che fare con il suo ritenere che la religione non sia un fatto di fede ma di predominio o del perché voglia creare odio contro Max dicendo fosse ebrei quei lo ritenesse un insulto.
E se ciò non bastasse, l'affermazione di Tuiach è falsa, come ci spiega un articolo dal titolo "Non era ebreo" apparso sul Corriere della Sera:

La famiglia di Marx era di stirpe ebraica, il cognome dei suoi antenati paterni era Mordechai, suo nonno era un rabbino. Ma il padre Hirschel si era già distaccato dalla fede degli avi, dato che professava idee illuministe, ben prima di convertirsi formalmente al cristianesimo luterano (e cambiare il suo nome proprio in Heinrich) nel 1817, per potere esercitare la professione forense sotto il governo prussiano. Marx fu battezzato a sei anni, non venne mai educato al culto mosaico, si sposò in chiesa nel 1843. E bisogna aggiungere che il suo scritto giovanile «Sulla questione ebraica» (1844), pur favorevole all’emancipazione degli israeliti, contiene passi che oggi ci appaiono in odore di antisemitismo. Anche a prescindere dal fatto che sin da ragazzo Karl si professò ateo, associarlo all’ebraismo risulta dunque improprio. Il suo stesso messianismo rivoluzionario appare piuttosto di ascendenza cristiana.

Insomma, ancora una volta il consigliere pare basare sulla falsa testimonianza la sua retorica antisemita iniziata quando si disse offeso dalla senatrice Segre per il suo aver sostenuto che Gesù fosse ebreo come chiaramente scritto anche nei Vangeli.
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