Zaira Bartucca risulta tragicomica nel suo vomitare falsità contro Gayburg


La signora Zaira Bartucca ci fa anche un po' pena mentre si rende ridicola nel cercare di diffamare chiunque osi criticare la sua ideologia populista e la sua propaganda d'odio. Oltre a pubblicare video prodotti in Russia in cui si sostiene che Dio punirà chiunque non dimostri odio verso i gay, la signora firma anche un surreale articolo dal titolo "Ennesima diffamazione del bloggino per gay, che ne approfitta per fare una lustratina a Conte".
E già qui andiamo male, dato che la signora non può certo andare in giro a d accusare le persone del reato penale di «diffamazione» se nessun tribunale ha riconosciuto le sue accuse. E forse un sito che dichiara di aver avuto solo 600mila utenti unici in un anno dovrebbe fare molta attenzione a definire «blogghino» chi fa numeri ben più alti dei loro, dato che quel termine parrebbe diffamatorio oltre a rischiare di essere testimonianza della scarsa serietà di chi chi pare voler sopperire con l'insulto la totale assenza di argomentazioni.

Inventandosi una storiella che parrebbe esistere solo nella sua mente, la signora Bartucca si dedica a quel vittimismo che tanto piace all'estrema destra, scrivendo:

Ormai ci siamo abituati: nel momento in cui [il suo sito] si dedica ad articoli o a inchieste scomode per qualcuno, l’establishment gli sguinzaglia contro l’esercito arcobaleno. Tra le sue fila c’è il bloggino per gay che abbiamo imparato (purtroppo) a conoscere per i post caratterizzati dalla totale mancanza di logica e mal scritti, dove due più due può fare cinque o sette, ma mai quattro. Questa volta a non essere andati giù sono stati gli articoli sul Coronavirus e, guarda un po’, sul governo Conte. Non bastava avere in avversione la famiglia naturale: ci mancava solo l’essere istituzionali e prodursi in una “leccata” a Giuseppi che farebbe arrossire il più professionista dei lustrascarpe.

Ci fa piacere arrendere che avremmo lodato Conte dato che nell'articolo da lei criticato non esiste alcuna traccia di una simile tesi. E neppure pare andare meglio col suo cercare di ottenere il plauso dei suoi lettori (ammesso esistano) facendo leva sull'odio omofobico.
Chissà se la signora potrà spiacerci che c'entrerebbero i gay con una lecita critica ad una parte politica che cerca di usare per fini elettorali una pandemia. Chissà... e chissà pure se la signora i sarà accorta che l'articolo riguardava una certa corrente politica e non un singolo sitarello che nessuno conosce.
Poi, autoproclamandosi la donna eterosessuale si pelle bianca che "difenderebbe" il popolo promuovendo odio razziale ed omofobia, la signora fa quasi tenerezza mentre scrive:

C’è chi è sempre dalla parte della gente e chi sa solo lustrare le scarpe ai prog-potentati Un qualcosa che segna, grazie al Cielo, il più netto spartiacque tra “noi” e “loro”. C’è chi è senza padroni, sta dalla parte della gente e lavora con l’esclusivo scopo di offrire un servizio ai lettori (noi), e poi c’è chi produce accozzaglia di bassa fattura che non dà alcun contributo all’informazione o fosse anche alla produzione online, pur di ritagliarsi uno spazietto nei “settori” che tirano di più: filo-omosessualismo, filo-immigrazione massiva, pro-infanticidi, quelli che i femminicidi, quelli che il bullismo, i vaccini e chi più ne ha più ne metta. Nell’Italia della crisi nera, i loro “problemi” fanno sempre il paio con la retorica dei “democratici”. Poi pazienza se negli Stati Uniti grazie a Planned Parenthood sono nati 350mila bambini in meno, se proprio in un aeroporto si è presa coscienza del primo contagio asintomatico da Coronavirus, se The Lancet spiega che l’immigrazione incontrollata agevolerà la pandemia, pazienza se le statistiche dicono che vengono ammazzati più uomini che donne e pazienza se, infine, per il virus cinese c’è già la cura ma la convenienza fa rincorrere i vaccini.

Esatto. La signora ci spiega che lei esige che alle altre donne sia vietato l'accesso all'aborto, che i bambini stranieri siano lasciati morire nelle acque del mediterraneo e che il femminicidio non esiterebbe in virtù di come lei sostenga che essere uccisi dalla persona amata o morire in incidenti stradali sarebbe la stessa cosa.
Il bello è che quel fiume di odio che la signora sta defecando contro interi gruppi sociali sarebbe una ritorsione per aver espresso una critica agli articolo con cui lei cercava di usare il coronavirus per vomitare odio contro un governo, negando l'evidenza ci come l'Italia stia stato il primo in Europa a monitorare i voli aerei.

Sempre sbraitando insulti e offese gratuite, la signora prosegue:

Non è facile spiegare ai muli con i paraocchi la differenza tra fare politica e fare informazione
Ogni occasione è buona per gridare all’odio razziale: quello che secondo il/la signor* del bloggino senza responsabile, senza autori, insomma senza attributi, avrebbe caratterizzato un nostro lettore, che semplicemente ha manifestato la sua opinione con un commento in calce a un articolo. Un gesto che ai “democratici” piace solo se costituisce copia e incolla rispetto alle loro vedute.

Il loro lettore sosteneva che una pandemia scoppiata dall'altro lato del mondo dovesse essere usata per confiscare tutti i beni dei cinesi che vivono in Italia, deportandoli essersi impossessati dei loro averi. E dato che in Italia non siamo ancora dittatura, parrebbe lecito poter esprimere opinioni contrarie a quelle dei suoi lettori (che alla signora piaccia o meno).

Perseverando nel lanciare accuse senza alcuna logica, la signora prosegue:

E vai a spiegare ai muli con i paraocchi la differenza tra fare informazione e fare politica, noi che non siamo mai stati candidati per nessuna tornata elettorale, non abbiamo tessere e non andiamo alle riunioni del Pd, di Possibile o dei gretini. Come fa qualcun’altro.

Incurante di come l'articolo parlasse di certi populisti e non di quel suo sito che nessuno conosce, la signora inizia a creare dietrologie tragicomiche:

Certo che i servi sono ben contenti di farsi bacchettare dai vari Moscovici e Dombrovskis, perché pur di vedere moneta sonante sono disposti a tutto, anche offendere e umiliare la Terra che ha dato loro i natali. Noi invece, spesso accusati di raccattare “clic” qui o sui social, siamo ben contenti che la situazione sia questa, perché almeno tutto è frutto dei nostri sforzi e della nostra iniziativa e non dobbiamo la nostra vita professionale, come loro, a qualcun’altro.

E qui la signora dovrebbe dirci chi ci pagherebbe. Ma dato che non lo può fare, basterebbe questa frase a dimostrare che quella porcheria che lei chiama "informazione" si basa su bugie inventate di sana pianta con l'unico scopo di diffamare chi non si prostra alla sua ideologia integralista che odia l'Italia e gli italiani.
Interessante è anche come la signora dica sarebbe offensivo sostenere che la sua propaganda sia di stampo leghista, anche se poi si proclama partner di Radio Padania Libera, ossia la radio secessionista del partito di Matteo salvini.

Sostenendo che non avremmo dovuto notare come il loro sito spacci un video di propaganda anti-gay russo per un documentario a cui dare credibilità, la signora prosegue:

Poi, come al solito, nel calderone è comodo farci finire un po’ tutto, e come era facile immaginare ci è finito il documentario “Sodom”, che grazie a loro riproponiamo. Si salta di palo il frasca e si finisce, di nuovo, all’emergenza del Coronavirus che per loro è solo immaginata e che secondo la loro ottusa visione genera “profitti elettorali”.

Il rimando è a uno "speciale" intitolato "lgbt diktat" in cui la signora propone il video anti-gay trasmesso dai canali governativi russi sostenendo che il suo sitarello «lo ha salvato dall'oblio cui YouTube lo aveva inspiegabilmente condannato e ve lo ripropone assieme alla lunga chiacchierata con Silvana De Mari, a pezzi esclusivi e ai documenti fondanti dell'universo lgbt». E il fatto che la propaganda venga mischiata con l'odio delal gran sacerdotessa dell'omofobia organizzata la dice lunga...

Arriva poi la solita minaccia, con la signora che inveisce contro i giudici dicendo che è assurdo pensino ai criminali al posto di impedire il diritto di opinione a chi non la pensa come lei:

Certo che la lentezza della Procura, cui abbiamo già affidato due denunce/querele per diffamazione e una memoria, fa per il momento dormire all’anonimo autore o autrice sonni tranquilli.
Chi si nasconde dietro il bloggino per gay che spara a zero su tutti sperando di essere invisibile? E’ un qualcuno che non è pago/a di aver dovuto in passato chiudere bottega e di essere stato considerato diffamatore dallo stesso Google, un qualcuno che si crogiola nell’invisibilità di cui crede di godere.

Ovviamente Google non ci ha mai e poi mai accusato di diffamazione, ponendo la falsa asserzione della signora come una diffamazione nei nostro confronti e l'ennesima riprova di come il suo sito pubblichi bufale spacciandole per verità. Le sarebbe bastato fare una ricerca in rete al posto di linkare alle sue precedenti bufale e forse la signora avrebbe scoperto che Google ci ha semplicemente contestato un'immagine tratta dalla serie televisiva Il Trono di Spade" e non ci risulta lei facesse parte del cast.

Sempre inventandosi cose a caso, la signora aggiunge:

Ricerche accurate, tuttavia, ci mostrano che il bloggino ha a che vedere con la moglie di Giuseppe Civati (Possibile, ex Pd) Giulia Siviero e con Giovanni Zardini del circolo Pink, entrambi di Verona. E’ quello che viene affermato in un post in cui si dà conto di un incontro che ha avuto come relatrice Costanza Miriano, dove i due sono fotografati assieme alla giornalista e vengono descritti, rispettivamente, come autori di Gayburg e Gay.it (sotto, ai lati di Costanza Miriano), siti che spesso contano su materiale intercambiabile. Zardini è uno che odia Gian Luca Rana, come si può desumere dai suoi social, e nel corso del Congresso Mondiale delle Famiglie si è scagliato contro gli organizzatori chiamandoli inspiegabilmente “omofobici”, mentre veniva trasportato all’esterno e la moglie di Civati ridacchiava sotto i baffi in prima fila. Dopo l’ennesimo articolo diffamatorio, occorrerà scavare a fondo nei legami che intercorrono con il bloggino, a meno che Gayburg non tiri fuori gli attributi – quelli che tanto morbosamente scruta nei maschietti – e ci chiarisca da chi è gestito. Intanto noi osserviamo, archiviamo e conserviamo tutto, e periodicamente lo sottoponiamo a chi di dovere.

Ci spiace per la signora Bartucca, ma le sue conclusioni paiono del tutto errate. Com'è assurdo che la signora inizi a inventarsi la legge raccontando che la registrazione di un dominio comporterebbe l'obbligo di iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione dell’Agcom. Peccato che Gayburg non sia un testata giornalistica e che sia la Costituzione a legittimare il diritto di opinione di chiunque, così come non esiste un solo dato che non sia stato depositato secondo le norme vigenti.

Sconfinando nel patetico, la signora Zaira Bartucca chiude il suo interminabile articolo cercando i far credere alla sua gente che noi odieremmo qualcuno. Ed è con toni minacciosi che se ne esce con un appello tragicomico:

Se anche tu sei stato preso o presa di mira da Gayburg per le tue opinioni o la tua opera di divulgazione, puoi inviarmi le tue segnalazioni a [email protected]. Cercheremo di verificarle ed eventualmente di dare loro rilevanza.

Insomma, la signora annuncia che cercherà di diffamarci a mezzo stampa. E chissà se minaccerà anche gli altri, dato che la signora dice che anche il Butac, Bufale.net e Open la attaccherebbero in virtù di come lei dica che tutto il mondo sarebbe cattivo con lei solo perché osano avere opinioni diverse dalle sue e osservano che molte cose che lei raccontano non corrispondono a verità.
Ed il tutto ciò viene aggravato da come la signora risulti iscritta all'albo dei giornalisti, nonostante una giornalista che mente e che insulta chiunque non si pieghi alla sua ideologia dell'odio verrebbe radiata in quasi tutti i Paesi civili del mondo e non certo lasciata libera di minacciare i cittadini che osano contestare le sue strampalate teorie suprematiste.
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