Sam, il ballerino gay inglese che è stato condannato alla quarantena con due genitori che pregano contro di lui


Ancora una volta è la cronaca a raccontarci come quei vari personaggi anticristiani alla Jacopo Coghe o alla Toni Brandi siano i principali nemici della famiglia oltre che antagonisti della vita. Per quanto spendano palate di rubli per cercare di appropriarsi del termine "famiglia" al fine di ridefinirlo secondo la loro aberrante ideologia, è evidente che non possa essere ritenuta una vera famiglia quella porcheria ombrofoba e sessista che loro vorrebbero imporci.
Lo ha constatato sulla sua pelle un ballerino ventitreenne inglese che, durante una intervista alla BBC, ha raccontato dell'inferno che sta vivendo dopo che il Coronavirus lì'ha costretto a restare rimasto chiuso in quarantena con due genitori omofobi che trascorrono e loro giornate a sbraitargli in faccia che per loro la sua omosessualità sia una "malattia malvagia". La loro convinzione sarebbe nata dal loro credere che per essere "cristiani" si debba essere omofobi così come sostengono le varie sette integraliste internazionali.
Dopo l'annullamento del tour in cui cui si stava esibendo, il ballerino gay di Birmingham ha spiegato: «Ho visto la mia amata carriera scomparire dall'oggi al domani e ora sono bloccato in isolamento con due omofobi. Mia mamma dice che l'omosessualità è una malattia malvagia e che il diavolo mi sta rendendo gay. Prega ad alta voce ogni giorno che sarò liberato dal peccato e troverò una moglie. Non ho davvero nessun altro posto dove andare durante questo periodo difficile, quindi sto sopportando quell'abuso».
Sam ha spiegato di aver fatto coming out con i suoi genitori cristiani dopo la laurea, pensando che che non avrebbe mai più vissuto a casa con loro.
Lucy Bowyer, direttrice dei servizi d un ente di beneficenza per i senzatetto gay, ha dichiarato alla BBC che l'organizzazione sta attualmente supportando tra 120 e 130 giovani e che il numero di ragazzi dai 16 ai 17 anni che li stanno contattando è recentemente in forte aumentato. In molti casi le richieste di auto giungono da persone lgbt che il coronavirus ha costretto a rimanere bloccate con famiglie violentemente omofobe.
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