I cardinali Bassetti e Zuppi attaccano Salvini e la sua pretestuosa polemica sulle messe di Pasqua


«L’impossibilità di poter partecipare alle messe di Pasqua quest’anno è un atto di generosità. È un nostro dovere il rispetto verso quanti, nell'emergenza, sono in prima linea». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, risponde alle pretestuose polemiche di quel Matteo Salvini e di quel Simone Pillon che da giorni cercano voti sbraitando che loro vogliono andare a messa per Pasqua anche se c'è il rischio di poter propagare l'infezione con il rischio di ammazzare quei pochi anziani che ancora non sono stati uccisi nelle case di riposo dalle politiche leghiste.
«È tempo di responsabilità e si vedrà chi ne è capace», spiega il cardinale prima di aggiungere: «Dov’è la nostra fede? Nella parola o in un luogo?».
In riferimento alla specifica richiesta di Salvini per una pericolosa celebrazione dellala messa a Pasqua, il cardinale Bassetti ribatte: «Più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti, la Chiesa sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese».

A lui si è aggiunto anche il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, che spiega: «Anche a me piacerebbe poter celebrare la settimana Santa e la Pasqua con la comunità. Rischiare, però, è pericoloso e le regole vanno rispettate e anche la Chiesa ha il dovere di farlo. Come vescovi abbiamo tanto sperato che le celebrazioni pasquali coincidessero con la fine dell'emergenza: purtroppo non è così». E riguardo all'idolatria leghista, aggiunge: «Non credo che Dio accetti le preghiere solo da chi esce di casa e va in chiesa. Le persone che non possono muoversi, altrimenti, resterebbero escluse. Forse, invece, sono le preghiere più care al Signore. Riscopriamo in questi giorni la preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti».
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