La Miriano se ne frega del rischio di contagio: «La frequenza dei sacramenti va riconoscita come una necessità primaria»


Costanza Miriano continua a ripetere che a lei interessa poco dei morti da Coronavirus e che a lei importa solo di poter aver oggetti da poter idolatrare in virtù di come non paia troppo convinta che Dio sia onnipresente e che lo si possa pregare anche senza ricorrere a rituali pagani davanti a statue e santini.
Se in realtà che chiese sono restate aperte anche se rischiano di propagare il virus dato che i decreti vietano unicamente quelle messe che porterebbero a pericolosissimi assembramenti, è con una enorme dose di populismo che sul suo blog di propaganda integralista la signora scrive:

Dobbiamo prepararci a qualsiasi evenienza e dunque riaprire la questione delle funzioni religiose sospese. Non possiamo pensare di stare senza messa fino all’estate o addirittura fino all’autunno, esttamente come non stiamo pensando di stare senza spesa, benché il supermercato sia un posto ben più insidioso delle chiese vuote.

Se è surreale il voler paragonare la necessità di acquistare beni alimentari al suo pretendere messe che renderebbero le chiese meno "vuote" di come lei le descrive, la fondamentalista si mette a sbraitare che lei esige che le chiese siano aperte anche se saranno poi gli ospedali a doversi far carico di chiunque si infetterà durante le messe o di chi non troverà posto nelle terapie intensive:

Ma la questione dobbiamo sollevarla noi credenti: è evidente che il tema della fede non è più di rilevanza pubblica. Lo Stato ci riconosce solo formalmente, ma nella realtà – se le cose rimangono così – possiamo dire che lo spirito del Concordato è finito ed è stato tradito ampiamente, se si vietano le messe e non si riconosce la frequenza dei sacramenti come una necessità primaria, come il cibo, l’informazione (edicole aperte), il fumo (tabaccai idem). So bene che il Concordato non può essere denunciato da un gruppo di fedeli, seppur nutrito, e che la cosa porrebbe moltissimi problemi giuridici, nonché la questione dell’8 per mille; lo so, ma non è l’aspetto giuridico che mi interessa, bensì la missione profetica che la Chiesa deve continuare ad avere. In un momento in cui tutti parlano continuamente e solo di virus e contagi e mascherine e antivirali e numeri e precauzioni, la Chiesa deve aiutarci a guardare più in alto, a leggere questo che stiamo vivendo come un richiamo e una grazia, il promemoria del totalmente Altro che reclama a sé i nostri cuori impauriti. Ma se la Chiesa chiude e si ritira, se prende le stesse precauzioni di un’associazione qualunque, come può aiutare chi ha paura a trovare un senso di eternità a quello che succede?

In realtà la signora sta facendo mera disinformazione, dato che è surreale voglia tirare in ballo il principio di "libertà religiosa" in un momento in cui molti principi costituzionali sono stati sospesi, a cominciare dal diritto di libera circolazione. Perché una discriminazione sia tale, il governo avrebbe dovuto accanirsi contro una precisa confessione, non certo chiedere misure di sicurezza per la salute pubblica volte ad impedire che le chiese si trasformino in luoghi di contagio come avviene sin dai tempi di Manzoni (che nei suoi Promessi Sposi ben spiega come la peste si propagasse a causa di chi si rifugiava in chiesa).

Prendendosela con i sacerdoti per cui la vita vale più di una preghierina davanti ad una statua secondo un rituale pagano, la Miriano inizia ad inneggiare ad una jihad:

Allora noi, esigua minoranza che riteniamo la partecipazione ai sacramenti essenziale almeno quanto l’accesso ai supermercati, dovremmo affermare, insieme ai tantissimi sacerdoti (praticamente tutti quelli che conosco) che non è minimamente pensabile che il popolo dei cattolici sia lasciato totalmente senza messa fino all’estate (veramente da qualche parte leggo che non è neppure scontato che l’estate spazzerà via tutto), mentre le altre necessità evidentemente inferiori continuano a essere soddisfatte.

Il problema è che quella "esigua minoranza" non metterebbe a rischio al sua vita, ma una Miriano che si dovesse infettare perché crede che Dio non sia presente senza un'ostia comprata dai sacerdoti all'ingrosso è una Miriano che potrebbe rubare un posto in terapia intensiva a chi è più anziano o più debole di lei. Ed è così che il suo rituale pagano violerebbe il promo dei comandamenti, risultando causa della morte di una persona che sarebbe potuta essere salvata.
ulle strade passano camion militari pieni di cadaveri uccisi dal virus che nessuno vuole seppellire per il rischio di contagio, ma lei pensa solo a quanto le piaccia andare in chiesa a dire che la sua famiglia vale più delle altre perché lei si fa penetrare la vagina da un maschio.

Nonostante la gente lavori a casa e la messa possa essere seguita in televisione, la signora preferisce fare vittimismo con paragoni sempre più imbarazzanti, ripetendo che lei crede che la sua spiritualità necessiti di oggetti fisici come un'ostia che deve essere consegnata in un luogo fisico preciso dato che lei pare voler scimmiottare il fariseo piuttosto che il pubblicano:

Ci sono mense aperte, con maggiori distanziamenti, ci sono distribuzioni di cibo e vestiti. Anche quelli sono a rischio assembramento. L’unico motivo per cui non si riconosce la stessa rilevanza alla messa risiede nel fatto che le nostre autorità, evidentemente, non riconoscono la nostra fede: pensano che per dare un panino ci si può organizzare con guanti e mascherine e distanze, ma per dare il corpo di Cristo non vale la pena sbattersi troppo.

Senza cibo la gente muore. Guardando la messa in televisione la gente sopravvive e non toglie posti in terapia intensiva ad altri. Ma la Miriano preferisce fare vittimismo, invitando i suoi discepoli a violare la legge e a mettere a repentaglio la salute pubblica.

A quel punto la Miriano inizia a dire che non si può essere cristiani senza essere sottomessi al potere temporale di altri uomini che le struttura ecclesiastiche verrebbero più della fede personale:

Vi prego, astenetevi dal farmi la predica sull’obbedienza (non mi pare un valore spirituale l’obbedienza alle leggi civili, alla quale siamo tutti tenuti, ma è tutto un altro piano, quello) e anche sul fatto che Dio parla lo stesso, nelle nostre case, mentre serviamo e amiamo i familiari (se vado a messa ho comunque altre 23 ore e trenta per stare nella mia realtà), nelle nostre preghiere solitarie. Lo so che Dio parla e agisce, e sono certa che sta facendo miracoli nelle vite di ciascuno, so che si serve anche di questa strana storia. Ma pensare che le preghiere da soli possano sostituire l’azione liturgica è una sorta di devozionismo, contrario e opposto, quindi complementare all’idea tutta sociale di una Chiesa che siccome dà i pacchi viveri sta facendo tutto quello che deve. È lo stesso problema: pensare che non abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa per essere guariti dal peccato originale, pensare che possiamo essere buoni da soli.

Dunque, secondo lei, Dio non guarderebbe alla bontà delle persone ma solo al numero di presenze in chiesa.

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Nella foto: militari trasportano centinaia di cadaveri uccisi dal coronavirus a Bergamo.
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