La strage di anziani alla Santa Chiara di Lodi nel silenzio della sindaca leghista


Come denuncia Next Quotidiano, all'interno della Rsa “Santa Chiara” di Lodi si sono contati ben 52 decessi a marzo contro i 4 decessi dello stesso periodo dell'anno precedente. Ma dato che la giunta leghista di Fontana vieta di far tamponi a chi non è in condizioni così gravi da richiedere un ricovero ospedaliero, quei decessi non rientrano nel computo ufficiale delle vittime da Coronavirus fornito dalla Regione Lombardia.
Nei due esposti già presentati in Procura dai parenti di anziani ospiti deceduti, si legge:

Le prima misure di limitazione degli accessi di esterni a Santa Chiara sono state disposte, a quanto risulta, solo il 3 marzi, con l’introduzione di un modulo di autocertificazione dello stato di salute del visitatore in ingresso. Solo dal 5 marzo è stato limitato l’accesso ai visitatori esterni alla struttura. Ci sono stati ingressi di nuovi ospiti (in sostituzione degli ospiti deceduti) ben dopo il 20 febbraio, con alcuni casi dopo il 5 marzo.

Lo screening con i tamponi all'interno della Rsa è cominciata solamente il 9 aprile e solo per 55 ospiti sintomatici. Per il personale della struttura e per gli altri anziani non sono stayi disposti controlli si dorta. Il timore è che la sindaca leghista Sara Casanova (già tristemente nota alle cronaca per aver cercato di escludere dalle mense scolastiche i figli di immigrati che non avessero potuto produrre l’autocertificazione nei paesi di provenienza su eventuali redditi all’estero) si sia attardata a compiere interventi per non rischiare di creare problemi alla giunta leghista che giuda la Lombardia, tant'è che il primo incontro con i vertici della Santa Chiara e dell’Ats è stato fissato soltanto il 6 aprile anche se esistevano precedenti relazioni esterne e di una situazione drammatica che contava 260 ospiti e una cinquantina dei circa duecento addetti in malattia.
Il 26 marzo e il 3 aprile le opposizioni si rivolsero al Prefetto di Lodi, ma i consiglieri di maggioranza si rifiutarono di sottoscrivere la lettera perché «strumentalizzava la vicenda». Intanto il sindaco non forniva i dati richiesti sul numero di morti.




A versare altra benzina sul fuoco è stata una fotografia che la giunta leghista ha pubblicato sui social, dove si vedevano sindaca e vicesindaco che gozzovigliavano con assessori e altri consiglieri di maggioranza in totale sfregio alle disposizioni del governo. La segretaria cittadina del Pd, Laura Tagliaferri, ha così commentato la vicenda:

Ci sono immagini che non hanno bisogno di commenti, perché parlano da sole. E’ apparsa sabato sui social, pubblicata dal consigliere Tani, la foto della festicciola pasquale tenutasi in Broletto ( a Lodi ) con la presenza del Sindaco Casanova, del vicesindaco Maggi e di alcuni assessori e consiglieri. Tutti assembrati in una stanza, senza rispettare minimamente le distanze prescritte.
E ciò avveniva il medesimo giorno in cui la stessa Casanova scriveva una lettera a tutti i cittadini chiedendo di stare in casa e di evitare assembramenti: “è un sacrificio necessario per assicurare la protezione degli altri e di noi stessi – scriveva – i contagi stanno rallentando, ma se riprendiamo ad avere contatti con le altre persone, il rischio concreto è che tornino a crescere”.
Detto, fatto. Tra l’altro in quello stesso Consiglio, né il Sindaco né il Presidente Cerri si sono ricordati in apertura di dedicare almeno un pensiero, un momento di silenzio, una riflessione ai morti di queste settimane nella nostra città.
Il nulla, con rinfresco finale tutti belli vicini.
Non è retorica pretendere che i governanti siano migliori dei governati, che chi gestisce la cosa pubblica debba essere il primo a dare l’esempio di ciò che chiede. Non è retorica, è semplice senso delle istituzioni: cosa che alla Giunta dei selfie sembra mancare del tutto.
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