Porro si rifà ai simboli della propaganda di Bannon per inveire contro il governo


Nel suo incessante populismo, Nicola Porro risulta strenuamente impegnato a cavalcare i disagi creato dalla quarantena per offrire ai suoi discepoli la loro dose quotidiana di odio sovranista finalizzata alla propaganda di partito.
Rifacendosi ai riferimenti dei fondamentalisti sedicenti "cristiani" importati in Italia da Bannon e poi riversati suoi palchi dei comizi di Matteo Salvini e di Giorgia meloni come denunciato da Report, è citando "1984" di George Orwell che Porro si mette a sbraitare sguaiatamente che lui vede complotti nelle misure di sicurezza imposte dalla quarantena che serve a prevenire la diffusione del Coronavirus:

E poi pensi ai droni, usati con gusto dai nostri amministratori locali che si sentono sceriffi, per vedere i nostri spostamenti. E pensi a professori di importanti università che sono chiamati, in 76, a fare commissioni presso il ministero dell’Innovazione (Orwell è favoloso nell’inventare ministeri con nomi che evocano bellezza e nascondano tragicità, da quella della Verità a quello dell’Amore) per studiare il modo migliore per controllarci coi nostri telefonini. In fondo 1984 racconta di un’ipotetica terza guerra mondiale, ma cosa è questa nostra battaglia contro il Virus, se non un’emergenza simile?

Se i telefonini sono statti usati per capire quanta gente si stia sposando dato che chi non resta a casa mette a repentaglio la vita altrui, è curioso che l'esponente di estrema destra inizia odiare l'ordine e la disciplina solo quando serve a inveire contro gli avversari della sua fazione politica e non quando i suoi amichetti leghisti proponevano sindaci-sceriffi che ostentavano pistole altre armi quasi come se lo si dovesse ritenere un merito:



Ed è così che Porro inizia a dire che lui vuole poter fare qualunque cosa voglia, vuole poter mettere in dubbio ogni evidenza scientifica e vuole che la salute altrui sia messa a rischio da scelte su cui vuole avere totale anarchia:

Attraverso i teleschermi il potere, nel romanzo, diffonde la sua verità: beh insomma, a guardare l’informazione unica del virus non siamo molto lontani. Fantastica l’idea del ministero degli Interni, che per Orwell si chiama Ministero dell’Amore che si occupa del nostro bene attraverso la «psicopolizia». Adesso non vogliamo apparire irriguardosi, ma quando ci fermano con il cane e ci chiedono: «Lei dove va? Quanto è in prossimità della sua casa? Quante volte è sceso?» in fondo non lo fanno per il nostro bene? Per l’amore che lo Stato ha per noi affinché non si venga contagiati… E anche oggi siamo pieni di «psicoreati»: dubitate delle mascherine, di cui dubitano anche loro, e siete fritti. Dubitate dell’efficacia del contenimento e siete degli untori.
I runner sono diventati dei delinquenti in calzoncini, ma fino a ieri il Ministero della Verità ci aveva spiegato che un po’ di moto ci salvava dalla morte per sedentarietà. Ma, come in Orwell, il passato si cambia a piacimento. Si dimenticano Burioni&Speranza che minimizzavano o Conte che negava l’emergenza: ovviamente non sono i soli. Vale tutto.

Negando l'evidenza di come sia ovvio a tutti che l'emergenza sanitaria ha sospeso il diritto costituzionale a spostarsi liberamente, è facendo complottismo da bar che conclude:

E chi è contro commette uno «psicoreato». E come per 1984 esiste una neolingua fatta di autocertificazioni, lockdown, assembramenti che hanno sostituito il diritto costituzionale a spostarsi, il diritto a uscire di casa e lavorare.
Stiamo esagerando? Forse. Ma a scanso di equivoci, in questa quarantena, dategli una lettura. All’epoca c’era lo stalinismo, oggi la tirannia ha un’altra più garbata forma, ma il risultato non cambia.


Non p curioso che Porro sostenga che sarebbe stato Conte a negare l'emergenza quando era il suo Salvini a voler riaprire tutto o che ora chiede di aprire le chiese per le messe pasquali come se nulla fosse?
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