"Pro Vita & Famiglia" fa lobbying in Europa per rilanciare l'educazione basata sugli stereotipi di genere


Ormai Toni Brandi e Jacopo Coghe sembrano sempre di più gli Stanlio e Ollio dell'universo conservatore (costantemente in coppia a far ridere). In un articolo datato 6 aprile 2020, entrambi si battono il petto contro la risoluzione europea sull'intelligenza artificiale rea, a loro dire, di voler creare "percorsi educativi basati sull'indifferentismo sessuale o sulla fluidità di genere".
Ma l'asserzione non pare stare in piedi dato che per confutarla basta leggere il comma da loro denunciato: "È opportuno rivedere le serie di dati utilizzati per addestrare i sistemi di IA onde evitare di rafforzare gli stereotipi di genere e altre distorsioni".
Da ciò si può evincere che, per loro, sarebbe sbagliato pensare che una donna possa aspirare a diventare qualcosa in più di una casalinga (versione di donna pura) o una velina (versione di donna peccaminosa).
Ci sarebbe da domandarsi come una donna in carriera come la Meloni possa un giorno guardare sua figlia negli occhi per dirgli che andava a braccetto con questa gente e con queste idee.

Marco S.
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