Dopo l'assembramento per «affidare Sassuolo alla madonna», la giunta leghista si inventa una gogna per punire chi aiuta i poveri


Mentre l'Itala è flagellata da una pandemia e si contano migliaia di morti, la priorità della Lega di Sassuolo è quella inventarsi una gogna con cui punire chi fa la carità ai disperati. Lo ha annunciato il consigliere leghista Giovanni Gasparini, il quale annuncia tutto tronfio l'istituzione di «segnalazioni informali da inserire in un raccoglitore» che sostiene serviranno a stimolare una «carità consapevole» che potrà eludere quelle classi sociali contro cui il suo patito fomenta cieco odio.
A detta del consigliere leghista, il provvedimento sarebbe «una messa in guardia» contro il «degrado urbano» che porta i suoi elettori ad esigere che i poveri crepino lontano dai loro occhi perché a loro darebbero fastidio.
Ed è così che ci troviamo davanti a leghisti che sbraitano istericamente che loro sarebbero divorati dal bisogno di andare a messa perché così potranno usare la religione come protesto per un attacco politico contro chi fronteggiando una grave emergenza sanitaria, ma intanto sputano contro il prossimo e chiedono di criminalizzare la povertà. Il tutto, peraltro, in un sussegursi di richieste in tal senso dato che a Genova hanno cercato di multare chi cercava cibo nei cassonetti, a Varese volevano multare chi si riparava dal freddo con dei cartoni e a Viterbo l'assessora leghista Claudia Nunzi pretendeva multe per chi faceva l'elemosina.

In quella dialettica leghista in cui la realtà viene inventata e manipolata sulla base della loro personale convenienza, è un paio di mesi fa che l'amministrazione leghista di Sassuolo era già finita nel centro delle polemiche dopo che il sindaco leghista Menani aveva deciso di «affidare Sassuolo alla madonna», in quell'uso propagandistico della religione che tanto piace ai populisti, attraverso un assembramento che risultava in palese violazione delle regole sanitarie contro la diffusione del Coronavirus:



Esatto, secondo i leghisti i virus si combattono stando l'uno accanto all'altro senza mascherine a posare davanti alla stampa e non rispettando le disposizioni sanitarie e il distanziamento sociale previsto dalle indicazioni sanitarie.
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