La setta di Cascioli dice che la legge contro l'omofobia gli impedirà di dire che i gay sono sbagliati ed inferiori


La legge era in calendario da mesi ed è slittata a causa della pandemia, ma è raccontando palesi bugie che il sito "Basta Bugie" si e inventato questa fake-news in difesa dei crimini d'odio di cui pare loro vogliano essere complici:


Il sito,vicino alla setta di Riccardo Cascioli, fu già in prima linea nel promuovere e discriminazione in occasione dell'approvazione della legge sulle unioni civili. Ed è attraverso un articolo firmato da un tale Stefano Fontana per La Nuova Bussola Quotidiana che questa volta se ne escono sostenendo che:

Una legge contro l'omofobia sarebbe distruttiva della convivenza sociale e porterebbe con sé forme politiche di totalitarismo. Tutto il contrario, in altre parole, di quanto detto dal presidente Mattarella e dal premier Conte in occasione della "Giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia" del 17 maggio con i quali siamo in totale e pieno disaccordo. In Parlamento giace una proposta di legge - la famosa o famigerata legge Zan - che renderebbe perseguibile qualsiasi opinione o considerazione sull'omosessualità o su altri cosiddetti orientamenti sessuali non allineata a quanto stabilito dallo Stato-etico.
In altre parole, sarebbe obbligatorio aderire alla visione morale dello Stato che da un lato si proclama laico e neutro e dall'altro pretende di insegnare ai cittadini cosa sia la sessualità, l'identità di maschio e di femmina, la procreazione, la famiglia, la cura dei figli. Oltre ad insegnare la morale, però, come fanno gli Stati totalitari, punisce chi dissente sentendo esso il dovere, come tutti gli Stati totalitari, di rieducare i cittadini e di cambiare la loro natura, come prevedeva Rousseau, grande antesignano di queste cose.

In realtà l'odio non è una opinione e rendere conto della natura non è certo da stato etico. Ed è curioso che ad accusare uno stato che garantisce la libertà dei cittadini siano quella gente che chiede che lo stato ridefinisca il matrimonio sulla base delle loro pulsioni sessuali, che vieti alle donne di poter scegliere e che chiede che la regressione sia sottratta al rispetto delle leggi. Pare quasi che la loro posizione li ponga in un ruolo simile a quello dei nazisti che accusavano gli ebrei dei reati che venivano commessi dai tedeschi.

Cercando di far leva sull'egoismo sostenendo che i diritti dei gay vengano sempre dopo le pretese di chi guarda unicamente al proprio tornaconto, l'articolo prosegue affermando:

Gli interventi di Mattarella e di Conte nella Giornata del 17 maggio sono stati due forti spinte all'approvazione di questa legge riprovevole, una specie di richiamo all'ordine per un Parlamento - poveretto! - già ridotto a bivacco di mascherine e al fantasma di se stesso dai DPCM per il coronavirus. Si dirà che proprio perché lo Stato è neutro e laico deve tutelare la dimensione pubblica della libertà sessuale in tutte le sue versioni. Qui però subentrano due grosse difficoltà.
Dire che ogni libertà sessuale è buona significa non avere criteri per valutare il valore o il disvalore pubblici della libertà sessuale. Se tutti hanno il diritto non solo di fare (in privato) tutto quello che vogliono (il che cade sotto la morale ma non sotto il diritto o la politica) ma anche il diritto che a ciò sia riconosciuto uno statuto pubblico (il che cade sotto il diritto e la politica), allora qualsiasi tipo - diciamo così - di performance dovrebbe essere giuridicamente e politicamente riconosciuto e contemplato. A questo punto però Mattarella e Conte dovrebbero rispondere a questa domanda: davanti a quale atteggiamento sessuale lo Stato deve fermarsi e dire di no, non avendo esso nessun criterio per fermarsi e dire di no? Perché non disciplinare giuridicamente e politicamente la pedofilia? Perché dire no al matrimonio combinato tra un anziano e una bambina? Perché non contemplare anche in Italia l'incesto? Perché non tutelare le relazioni sessuali con un animale o un albero? Perché non permettere la masturbazione o anche l'attività sessuale in pubblico?

Ancora una volta la setta di Cascioli è tornata a paragonare l'omosessualità dalla pedofilia o al sesso con oggetti. Evidentemente il loro direttore deva aver fantasie sessuali molto particolari se non riesce a capire che la discriminate è che qualunque azione compita da adulti consenzienti non è criticabile fintanto non violi alcuna norma del codice civile. Ogni altra elucubrazione significa pretendere uno stato etico che però loro sostengono sia colpa di chi difende la libertà personale.

Facendo terrorismo, il signor Fontana aggiunge pure:

Se la laicità consiste nel proteggere da discriminazioni la libertà sessuale, qualsiasi espressione di libertà sessuale dovrebbe essere tutelata. Uno Stato che non conosce il limite fa paura. Uno Stato che sa dire tanti no, ma non quelli giusti, fa paura.

La loro tesi, dunque, è che lo stato dovrebbe dire "No" all'esistenza dei gay e dovrebbe incoraggiare l'odio promosso da quel Cascioli che andrebbe forse indagato per offesa al sentimento religioso dato che spesso giustifica non la religione il suo disprezzo verso il prossimo.

Ed è proprio usando la religione che Fontana passa a inventarsi che:

La seconda difficoltà è ancora più stringente. Se lo Stato assume in assoluto il principio della lotta all'intolleranza, è destinato a diventare intollerante. Questa è la malattia delle democrazie senza valori - come diceva Giovanni Paolo II - che sono destinate a trasformarsi necessariamente in totalitarismo. Gli interventi di Mattarella e Conte dicono che in campo sessuale non c'è nessun valore che non sia la completa libertà sessuale. Dicono anche che ammettere questo principio è tolleranza, mentre ritenere che nella vita sessuale ci siano dei valori da rispettare come condizione per assegnare a quella vita sessuale una dignità pubblica sia intolleranza. Quindi essi devono impedire a chiunque di dire che ci sono dei disvalori che non si possono tollerare, e impedendo di dire questo in pubblico diventano intolleranti. Conte e Mattarella devono essere intolleranti se conseguenti con quanto dicono, devono cioè impedire per legge a chi sostiene che ci siano dei disvalori da non tollerare di dirlo e di impegnarvisi. Ed ecco la legge Zan, che serve proprio a questo, a tappare le bocche.

Siamo alla follia da parte di persone che dicono che un fascista, un pedofilo o uno stupratore avrebbero "valore" se si portano a letto una donna e che due gay dovrebbero essere odiati se amano sinceramente la propria famiglia.

Parte così la supercazzola:

Ma la loro contraddizione è anche più profonda. Ammettendo nella pubblica piazza tutte le performance sessuali e negando in questo campo l'esistenza di disvalori che non possano essere tollerati, loro malgrado (e a loro modo) enunciano un valore: quello della libertà senza criteri, quello dell'equivalenza di tutte le performance sessuali. In questo modo prima di tutto si contraddicono, dato che una volta affermano che non esistono valori e un'altra dicono che esiste un valore, quello secondo cui non esistono valori, ma anche si condannano da soli, perché questo valore essi lo pongono come un valore assoluto, ossia intollerante, non ammettono deroghe nei suoi confronti. La tolleranza viene quindi imposta in modo intollerante il che - almeno fino a che rimane ancora in vigore il principio omonimo - è una contraddizione. La tolleranza assoluta è intollerante perché deve vietare di pensare che non tutto si debba tollerare.
Chiedo la libertà vera di tollerare il tollerabile e di non tollerare l'intollerabile. E sono sicuro che a determinare ciò che è tollerabile o intollerabile non possono essere né Conte né Mattarella, né lo Stato che essi rappresentano. Quando lo fanno - e lo hanno fatto il 17 maggio - sono intollerabili.

La loro proposta, dunque, è un regime in cui il Cascioli di turno decida che gli altri sono sbagliati se diversi da lui in quanto lui si reputa il detentore della verità e l'ariano che vuole essere il metro di confronto peer condannare gli altri.
4 commenti