La setta di Cascioli e la loro tragicomica difesa della Miriano


È quell'Andrea Zambriano che vuole vietare i funerali ai gay e che si fa promotore di fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità ad aver avviato la consueta macchina del fango che la setta di Riccardo Cascioli è solita riversate contro chiunque contesti la loro ideologia. E dato che a loro pare sia piaciuta la sparata omofoba della loro Costanza Miriano, è creando false contrapposizioni in stile populista che il fondamentalista se ne esce dicendo:


Se ai fondamentalisti piace auto-martirizzarsi sostenendo che gli altri direbbero le bestemmie (anche se delle accuse prive di prove lasciano il tempo che trova), il fondamentalista firma un articolo in cui il fine politico pare evidente sin dal titolo: "Lecito insultare la giornalista Rai se non sta a Sinistra".

Paragonando chi insulta la fisicità di una giornalista a chi critica delle opinioni di una signora che ha nascosto il suo matrimonio per farsi assumere ds suo marito, Zambriano se ne esce dicendo:

Insultare una giornalista Rai dicendole le peggio cose si può. Non si tratta di Giovanna Botteri ovviamente, ma di Costanza Miriano, alla quale evidentemente si possono indirizzare gli insulti più infamanti, senza però ricevere quella solidarietà mainstream che, per molto meno, altre colleghe hanno ricevuto.

Inveendo contro le femministe e sostenendo fosse dovuta una «solidarietà femminile e di categoria» verso chi promuove odio omofobico, il periodico di Cascioli ricostruisce ideologicamente i fatti sostenendo che:

La giornalista di Rai Vaticano aveva condiviso sui suoi profili social la campagna di Citizengo di boicottaggio della Disney che sta, da diverso tempo, inserendo nelle sue storie personaggi gay in forte odore di propaganda omosessualista. In particolare, il video in cui la responsabile britannica della piattaforma pro family, Caroline Farrow presenta a Bob Chapel, ceo della mayor statunitense, la bellezza di 700mila firme raccolte da cittadini in tutto il mondo, Italia compresa, per chiedere alla Disney di abbandonare la propaganda Lgbt in corso a danno dei bambini spettatori.

Se è folle il suo voler sostenere che la tolleranza sarebbe «a danno dei bambini spettatori» come se la sua omofobia dovesse essere ritenuta verità rivelata, si passa a raccontate che la signora avrebbe fatto immediato vittimismo:

«E in poche ore migliaia di attivisti Lgbt – spiega la giornalista al Timone – hanno iniziato a insultarmi, a bestemmiare, ad augurare le cose più infamanti a me, a mio marito e ai miei figli». La giornalista ha provato a bannare gli haters ma è stato come spazzare il mare. «Non sono riuscita a bloccarli tutti, così ho messo visibile solo agli amici il post, mentre su Instagram la procedura è stata ancora più incredibile».
La Miriano infatti ha raccontato che dopo aver segnalato le offese ricevute, si è sentita rispondere dal servizio segnalazioni del social che a causa del Covid, il personale è ridotto. «Pertanto non avrebbero potuto prendere in carico la mia segnalazione». Ci creda chi vuole. Quel che è certo è che la Miriano è stata bersagliata anche dal Fatto quotidiano che le ha dedicato un articolo appuntito dando voce anche a Gayburg che l'ha persino accusata di aver approfittato del mese gratuito prima di disdire l'abbonamento. «Falso – ha ribadito la scrittrice cattolica -, l'abbonamento è stato disdetto dopo averlo pagato».

Se definire la signora Miriano una «scrittrice cattolica» pare un insulto ai cristiani, il signor Zimbriano ci attribuisce frasi diversi da quelle che avevamo scritto.il tutto per uscirsene con una condanna buttata lì a fini di propaganda politica:

Insomma: falsità, odio, umiliazioni in quanto donna e cattolica, mamma e moglie. «Hanno persino chiesto che mi venissero portati via i figli». In altri contesti ce ne sarebbe stato a sufficienza per imbastire una puntata speciale di Che tempo che fa. Ma stavolta non si è visto nessuno a dar manforte contro il body shaming: né fabifazi né luciane littizzetto. Non si sono levate proteste di Fnsi e Usigrai, si vede che anche tra i giornalisti ci sono gerarchie particolari e il Pd non ha tuonato contro gli attacchi sessisti. E che dire delle Sardine? E della ministra Teresa Bellanova? E della vestale della difesa al femminile, quella Laura Boldrini che di solito a quest'ora almeno un tweet lo avrebbe già fatto, se non proprio un comunicato indignato e civico? Che strano, se la giornalista non appartiene alla categoria della Sinistra mainstream si può insultare impunemente.

Al solito, l'odio omofobico viene usato per inveire contro i nemici di Salvini ed inneggiare al populismo.
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