L'Iraq annuncia rappresaglie contro gli ambasciatori che promuovono i diritti dei gay


Il ministero degli Esteri iracheno ha sostenuto che essere omosessuali sia contrario alle «norme e ai valori» dell’Iraq, minacciando gli ambasciatori stranieri che hanno difeso i diritti dei gay in occasione della giornata mondiale contro l'omofobia. Il ministro ha sostenuto che gli ambasciatori dovrebbero «aderire alle leggi del nostro Paese e a seguire le norme diplomatiche» in quella loro folle criminalizzazione della natura anche se la legge non criminalizza l'omosessualità.
Il parlamentare Hassan Salem è andato anche oltre, chiedendo la chiusura delle ambasciate in quanto lui dica che ogni contrasto all'odio sarebbe una «azione immorale» e irrispettosa nei confronti dei musulmani in quell'uso integralista della "religione" che in Italia viene portato avanti da Lega e Fratelli d'Italia. Ed è sempre in simbiosi con la Lega di Salvini che Muqtada al-Sadr, leader del Movimento Sadrista, ha definito l'omosessualità «una malattia mentale» come l'esperto che il Carroccio ha schierato contro la legge per il contrasto ai crimini di matrice omofobica.
Sembra abusando della regione a fini d'odio, è cavalcando le false contrapposizioni che tanto piacciono ai populisti che Muqtada al-Sadr ha invitato le ambasciate irachene all'estero a sventolare «le bandiere di Maometto e Gesù» per rappresaglia.
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