"Caccia all'omo. Viaggio nel paese dell'omofobia" di Simone Alliva


Jacoppo Conghe rivendica il suo essere un maschio eterosessuale bianco che trae profitto economico dal definirsi opinabilmente "cristiano" mentre sbraita che lui impedirà che gli adolescenti vittime di violenze possano essere difesi da un odio di cui lui si fa promotore. Dice che lui ritiene "liberticida" estendere anche a loro le medesime tutele di cui lui gode sulla base del suo auto-definirsi arbitrariamente "cristiano" anche se ogni sua parola parrebbe dimostrare l'esatto contrario. E giura pure che l'omofobia non esisterebbe, che lui non vede emergenze e che in Italia nessuno subirebbe violenze.
Nel frattempo, a Torino un ragazzo gay è stato picchiato dai vicini di casa attraverso una spedizione punitiva commessa al grido di «Sei gay, ti uccidiamo». A Roma viene sferrato in pieno volto a Umberto Ranieri: l’artista 53enne di origini abruzzesi muore. A Cagliari un gruppo di ragazzi ha insultato ed picchiati un 17enne e una sua amica, urlando «Frocio di merda». Un grado, quello, che Jacvopo Coghe e Massimo Gandolfini paiono voler sostenere sia "libertà religiosa " e "libertà di espressione". I ragazzini che loro vogliono dispensare da ogni aggravante filmarono il pestaggio e lo caricarono caricato online per divertimento. A Domodossola, dei genitori obbligano la figlia 15 anni a subire quelle torture piscoloche che vengono promosse da Riccardo Cascioli e da Silvana De Mari, obbligando la figlia a subire quelle fantomatiche "terapie riparative" che risultano provata causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio da genitori che li reputano "malati" sulla base di un pregiudizio che Gandolfini sostiene non debba essere contrastato perché lui dice che un genitore che fa del male alla propria prole starebbe esprimendo la sua "priorità educativa".

A raccontare l'orrore di un Paese divorato dall'odio omofobico è "Caccia all'omo. Viaggio nel paese dell'omofobia", un libro-inchiesta di Simone Alliva
Si racconterà di come il 4 marzo 2018 le lancette della vita civile nel nostro paese abbiano cominciato a girare al contrario dopo che l’Italia si è consegnata nelle mani di chi prometteva di abolire le unioni civili, di cacciare il “gender” dalle scuole. E da allora i casi di aggressioni, minacce, bullismo sono diventati sempre più frequenti.
Simone Alliva ha viaggiato da Nord a Sud per raccogliere le storie di chi ha provato e prova sulla propria pelle gli effetti di un continuo incitamento all’odio, della continua negazione della propria esistenza. Un’inchiesta accurata, la prima nel suo genere, con numeri alla mano e l’analisi approfondita delle ragioni e delle conseguenze di un tale inasprimento dei toni del dibattito, che ci consegna un importante monito: si è aperta la caccia ai “diversi”, e quando le mani sono armate nessuno può considerarsi al sicuro. Si tratta della prima inchiesta che indaga la violenza omotransfobica in Italia.
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