Su richiesta di Pillon, l'Umbria leghista cercherà di rendere più traumatica ogni interruzione di gravidanza


La leghista Donatella Tesei, in combutta con il senatore leghista Simone Pillon, cereranno di rendere più complicato l'accesso all'interruzione di gravidanza, probabilmente foraggiando chi inizierà a praticarla illegalmente e senza alcun rispetto della norme.
I due hanno infatti deciso di vietare l'aborto farmacologico e in day hospital, imponendo un ricovero in ospedale di almeno tre giorni. Decisamente troppo per chi avesse la necessità di non far sapere ad altre persone la sua decisione.
Nel 2018, era stata introdotta la possibilità di abortire grazie alla pillola RU 486 entro la settima settimana di gravidanza. La giunta di centrodestra ha cancellato questa possibilità dicendo che chi decide di abortire va umiliata e costretta a patire inutili sofferenze per far felice Pillon. Ed è proprio il gruppo consiliare del Pd parla di decisione presa «solo per assecondare il volere dell’ultraconservatore Pillon» e il suo voler rendere «volutamente a ostacoli il percorso per ottenere l’opzione farmacologica».
La possibilità di rinunciare alla maternità attraverso la pillola RU 486 è stata introdotta in Italia nel 2009: viene usata nel 90% dei casi in Nord Europa , nel 60% in Francia e in Italia solo nel 18% dei casi nonostante le associazioni dei ginecologi la considerato la pratica meno pericolosa per la donna.
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