Adinolfi e la sua ossessione per "la lobby gay prepotente e feroce"


Era il 2015 quando Mario Adinolfi collezionò 142 apparizioni televisive per vomotate odio contro le famiglie gay e chiedere che si negasse loro ogni riconoscimento giuridico. Messo da parte anche dalle lobby integraliste, il fondamentalista è da giorni impegnato a cercare visibilità sbraitando che i gay sarebbero «violenti» perché lavorano nonostante lui preferirebbe vedere in televisione solamente persone scelte sulla base della loro eterosessualità:


Chiedendo che non si possa parlare a sostegno del contrasto all'odio, il fondamentalista parla di una «lobby prepotente» che avrebbe «conquistato» Palazzo Chigi nonostante la legge Zan non punirà neppure chi istiga all'odio come compromesso verso quelle destre che stanno col branco. Insomma, Adinolfo vomita tanto odio fine a sé stesso con cui schierarsi dalla parte dei violenti.
E fa bene Canino a non voler sprecare fiato per un tizio come lui.

Sempre ostentando la sua ferocia e la sua prepotenza, Adinolfi spiega alle sue figlie che babbo fa soldi vendendo libri attraverso il suo sostenere che sarebbe colpe dei gay discriminato se c'è chi ha perso il lavoro.


Lo stratagemma adottato è la base del populismo, incentrato sul sostenere che i diritti altrui sarebbero una minaccia ai propri privilegi. Peccato che non abbia senso opporre degli esuberi ai gay picchiati per strada nella speranza di vendere quel suo libro che probabilmente sarà intriso del suo solito odio verso Dio e verso le famiglie.
E chissà che ha fatto il suo partitino per quei dipendenti: probabilmente nulla dato che la sua priorità è discriminare i gay, far soffrire i malati terminali e togliere tutele legali ai bambini che lui perseguita.
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