Anche oggi è già ripartita la campagna diffamatoria di Zaira Bartucca contro Gayburg


Dopo poche ore di sospensione notturna, è ripresa anche oggi la rancorosa campagna di diffamazione condotta da Zaira Bartucca, ossia la "giornalista" che da mesi ci perseguita pubblicando notizie false, inventandosi falsi nomi e fantasticando depravate accuse di pedofilia. Il tutto al ritmo di decine di messaggi al giorno. Dimenticandosi di raccontare ai suoi pochi proseliti che se noi dobbiamo sbugiardate i suoi messaggi è solo perché quasi ogni suo post continente materiale diffamatorio scritto contro di noi, è dicendosi vittima di chi non si lascia diffamare in silenzio che la scrive:


Anche qui non è chiaro su quali basi la signora abbia deciso di inventarsi che saremmo "fan dello svattezzo". Evidentemente lei crede che per far "giornalismo" alla populista ci si possa inventate cose a caso perché l'importante è essere arroganti, violenti, inclini alla menzogna e fondamentalmente privi di qualunque etica. Eppoi si sa che l'abuso della credenza religiosa eccita i fan del branditore di rosari.

Riparte poi la sua solita campagna volta a chiedere la nostra censura, in quel suo sostenere che lei deve poter mentire in quanto iscritta all'Ordine dei giornalisti mentre le sue vittime dovrebbero essere ridotte al silenzio mentre si difendono dalla sua disinformazione:


E se lei dice di sognare il Pulitzer, ogni suo messaggio pare confermare che sarà assai più probabile una radiazione dato che il duo inventarsi le notizie e perseguitare chi esprime le proprie opinioni non è certo "giornalismo".
Abbastanza infantile pare anche il suo commentare post di Google a caso per chiedere la censura della verità sulle sue bufale:


Inizia così la sua diffamazione di Google, con la "giornalista" che si mette ad inneggiare ai motori di ricerca russi:


Ma dato che lei pare parlare per partito preso senza manco verificare ciò che dice, la signora pare non essersi accorta che anche Yandex considera Gayburg come un sito più affidabile del suo sitarello:


Che aggiungere?
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