I leghisti storici contro Salvini: «Con Salvini al governo ci saremmo ritrovati come in Brasile»


«Se avessimo affrontato l'emergenza Covid-19 con Salvini al governo ci saremmo ritrovati come in Brasile. La provvidenza ci ha salvato». A dichiararlo è Giuseppe Leoni, il primo storico deputato leghista dell'era Bossi.
Il leghista ha poi aggiunto: «A me interessano relativamente poco i 600 euro incassati da 4 furbetti. Mi interessano di più i 49 milioni di euro. Dove sono finiti? Salvini sa dirmelo? No perché, a volerla dire tutta, in quel gruzzolo ci sarebbero anche i miei, di soldi, quelli di un architetto che ha pagato le tasse per tutta la vita». Ed ancora: «Chiuderei porti non è fare politica. Assistiamo a un travaso continuo verso Giorgia Meloni, ovvero verso una destra estrema. Io nel 2001 quando Bossi decise di allearsi con Fini gli annuncia che non mi sarei candidato. Io sono un federalista, che vuol dire essere agli antipodi del fascio. Ripeto, la Lega Nord non ha che fare con la destra populista, è altra cosa. Per questo ci sarà spazio per altro».
Riguardo alla nuova Lega populista di Salvini, aggiunge: «Non c'entra nulla con le nostre tradizioni. Hanno cambiato nome, hanno stravolto le cose. Qui a Varese, dove vivo, la tensione è molto alta. Più del 50 per cento dei tesserati ha rinunciato a rinnovare l’iscrizione al partito di Salvini. Non sono interessati a quella roba lì. E vogliono adesso tornare a fare politica sotto i vecchi simboli. Non coi traditori [...] Matteo Salvini ha scambiato il concetto di federalismo con quello di federale fascista. Penso che si accorgeranno presto dell’errore compiuto. Quel che mi spiace e mi stupisce è che non dicano nulla coloro che hanno portato avanti il progetto di Bossi e che ora sono vicini al leader, da Giorgetti a Calderoli».
3 commenti