Fine vita. Il Vaticano attacca la Consulta: "Senza obiezione di coscienza, si può disubbidire alla legge"
Ancora una volta il Vaticano tenta l'ingerenza, sostenendo che si debba poter violare la legge se si ritiene che un malato terminale debba soffrite inutilmente contro la propria volontà. In un mondo in cui persino ai cani viene riconosciuta più misericordia che agli uomini, il Vaticano ribadisce la volontà di imporre con la forza le loro scelte agli altri, impedendo ogni autodeterminazione umana grazie a medici che rifiuteranno le scelte dei pazienti e li faranno secondo il loro volere. E da qui il passo è breve per far sentire legittimati quei Pillon che pretendono leggi che impongano come si debba nascere, chi si possa amare, con quanta sofferenza si debba morire e quali film si possano produrre. Praticamente una dittatura liberticida che impedisce di poterla pensare diversamente dal pensiero unico delle lobby integraliste.
La sfida vaticana ai diritti costituzionali dei cittadini italiani passa dal documento ‘Samaritanus bonus’ prodotto dalla Congregazione della Dottrina della Fede e dedicato al fine vita. Qui si afferma che "È necessario che gli Stati riconoscano l’obiezione di coscienza in campo medico e sanitario, nel rispetto dei principi della legge morale naturale e specialmente laddove il servizio alla vita interpella quotidianamente la coscienza umana. Dove questa non fosse riconosciuta, si può arrivare alla situazione di dovere disobbedire alla legge per non aggiungere ingiustizia a ingiustizia, condizionando la coscienza delle persone".
Se ovviamente è opinabile che qualcuno si arroghi il diritto di decidere che le scelte personali altrui vadano calpestate perché da loro ritenute "sbagliate", il documento non si esime dal cercare di fomentare disinformazione definendo l'eutanasia come un "crimine contro la vita umana", "un atto intrinsecamente malvagio" e "un atto omicida che nessuno può legittimare". Ovviamente non manca il loro sostenere che commette "grave peccato" chiunque collabori materialmente o formalmente, usando Dio come strumento di minaccia per chiunque non faccia il loro volere.
Marco Cappato, promotore della campagna Eutanasia legale e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, parla di "un atto di sfida" alla Consulta e commenta: "Con la lettera 'Samaritanus bonus' la Congregazione Vaticana per la dottrina della fede fornisce, con l'approvazione del Papa, un contributo alla violazione delle leggi dello Stato italiano e alla negazione del diritto all'autodeterminazione dei malati. La S.Sede afferma che l'eutanasia è un crimine contro la vita umana, ed arriva a definire 'complici' non solo coloro che aiutano i malati a interrompere la propria vita, ma anche i Parlamentari che approvano leggi sull'eutanasia e il suicidio assistito". "La lettera 'Samaritanus bonus' rappresenta un atto di sfida esplicito e frontale contro le sentenze della Corte costituzionale che hanno legalizzato in Italia il suicidio assistito in determinate condizioni e che hanno per due volte richiamato il Parlamento a intervenire per legiferare. Con le loro parole, la Congregazione e il Papa, favoriscono l'aggravarsi delle azioni che sono concretamente perpetrate ai danni di malati terminali costretti a scegliere tra la violenza di una condizione di sofferenza nella quale non vorrebbero vivere e i rischi dell'eutanasia clandestina".