Giuseppe Sciarra, censurato dai festival cinematografici per una presunta scena di blasfemia


Nell'Italia in cui Giorgi Meloni e Matteo Salvini sostengono che i crimini d'odio di matrice omofoba sarebbero "libertà di espressione", il regista pugliese Giuseppe Sciarra non sarebbe stato accettato da molti festival cinematografici per una presunta scena di blasfemia all'interno del suo cortometraggio "Venere è un ragazzo".
Sotto accusa è la scena in cui uno dei suoi protagonisti si masturba indossando un crocifisso e pensando a un uomo. Ciò sarebbe bastato a far infuriare quelli per cui l'omofobia è "un'opinione" ma la libertà di espressione diventa blasfemia, spesso incapaci di cogliere il significato delle cose in quel loro mondo dove tutto è bianco o nero. Ed è così chealcuni organizzatori avrebbero lasciato intendere al regista che la religione non deve mai essete toccata perché i fondamentalisti e i neofascisti non vogliono (anche se poi loro la offendendo sistematicamente con la loro stessa ideologia e con il loro uso propagandistico dei simboli religiosi).
Fortunatamente "Venere è un ragazzo" è comunque stato presentato con successo da alcuni festival cinematografici, vincendo anche dei premi. Però rimane l’amarezza di una società tenuta sotto scacco da chi isa la religione come strumento di censura.
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