Il Giornale torna ad accostare i gay agli stupratori


Così come non sembra un caso che Salvini cerchi ossessivamente di accostare gli immigrati alla delinquenza, allo stesso modo non pare un caso che Il Giornale non perda occasione per accostare i gay ad una condotta che giustifichi le rivendicazioni omofobe avanzate dai vari Gandolfini o Pillon. Nonostante il quotidiano di estrema destra non parli mai di "lobby eterosessuali" quando pubblica articoli su uomini che picchiano le donne o stupratori seriali, davanti a due sacerdoti accusati di abusi sessuali tutto cambia: nel titolo neppure si parla dei fatti, preferendo tirare in ballo quella fantomatica "lobby gay" che parrebbe sostenere come per il populista medio il problema non sia l'abuso ma l'omosessualità:


L'articolo pare anche sostenere quel "Il mio Papa è Benedetto" che Salvini si era fatto stampare sulle magliette quando Steve Bannon gli ha raccomandato di cercare voti attraverso un attacco al Papa che non vuole affondare le navi dei migranti, affermando:

Nel frattempo, alcuni quotidiani tedeschi, parlando del caso dell'ex funzionario della segreteria di Stato, hanno ripescato dal dimenticatoio l'espressione "lobby gay". Durante il suo pontificato, Joseph Ratzinger aveva in qualche modo ammesso l'esistenza di un apparato lobbystico, aggiungendo di essere riuscito a scardinarlo. Ma questa vicenda processuale potrebbe dimostrare il contrario. Possibile bufera in arrivo, dunque, per via di una fase processuale che avrà luogo in Baviera a partire dalla giornata di domani e che potrebbe far tornare d'attualità quanto accaduto tra le mura leonine durante il regno di Benedetto XVI. A condire il quadro, c'è l'accusa di "atti masochisti". Quelli a cui l'alto ecclesiastico avrebbe costretto coloro che oggi hanno segnalato il presunto quadro.
Quando si è dimesso dal soglio di Pietro, Joseph Ratzinger ha consegnato nelle mani del suo successore una relazione, una vera e propria inchiesta, portata avanti da tre cardinali che Benedetto XVI aveva individuato per lo scopo di far emergere più problemi possibili. All'epoca, si era ipotizzato di come in quel testo fosse presente più di una indicazione sul da farsi sulla cosiddetta "lobby gay", ma non se n'è più parlato.

Come prevedibile, i lettori di quell'articolo hanno colto la palla al balzo per lanciarsi in accostamenti tra omosessualità e pedofilia (anche se le vittime erano maggiorenni) manco ritenessero che lo stuproo sia accettabile se è un maschio a violentare una donna:


Non serve molta fantasia per supporre che "i falsi preti" siano quelli che predicano la parola di Dio anziché quella si Salvini e della Meloni.
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