Mario Adinolfi irride la morte di Maria Paola: «La famiglia ha in casa uno zio gay, omofobi de che?»


Mario Adinolfi ha deciso che Maria Paola sarebbe morta senza ragione dato che lui nega che possa esistere una matrice omotransfobica davanti ad un fratello accusato di aver ucciso la sorella perché non accettava la sua relazione con un uomo trans. E se non è chiaro perché Adinolfi si dichiari persona informata suoi fatti o capace di leggere nelle menti degli assassini, vergognoso è come prosegua insistentemente nel suo voler difendere d'ufficio quella cultura dell'odio su cui ha basato il suo business. Irridendo la vittima nel giorno dei suoi funerali, ha cercato visibilità scrivendo:


Se è curioso che il signorino dice che i reati d'odio sarebbero "libertà di opinione" mentre etichetta come "insulti" ogni opinione contrasti con la sua ideologia, soprattutto se può insultare Arcigay e farsi bello davanti a suoi suoi discepoli che partecipano a blasfemi rosari organizzati per pregare contro la vita e la dignità di persone come Ciro.
D'altro canto era pressoché scontato che non avrebbe esitato un solo secondo ad usare quel cadavere ancora caldo per cercare di fare pubblicità a quel suo partitino omofobo che pare eccitarsi davanti ad un prete che minimizza la situazione visto che forse non hanno la coscienza così pulita da accettare che le cose possano essere chiamate col loro nome.
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