Pillon è indecente nel tentare di negare la matrice omofoba dell'omicidio di Maria Paola


Il gip del Tribunale di Nola ha convalidato l’arresto di Michele Antonio Gaglione, non credendo alla teoria della difesa che negava un contatto tra la sua auto e lo scooter su cui viaggiava la sorella. Eppure il senatore leghista Simone Pillon si è messo a sbraitare che non bisogna credere ai giudici perché lui ritiene che la tesi della difesa debba essere ritenuta un dato di fatto. Evidentemente il leghista pare disposto al tutto per tutto pur di negare che quei pregiudizi da lui promossi possano aver portato l'indagato ad uccidere la sorella perché non accettava la sua relazione con un uomo trans
Dopo la strumentalizzare del caso a fini elettorali da parte di Salvini e dello stesso Pillo, il senatore si è ora è messo a lanciare accuse di strumentalizzazione contro chi chiede una legge che possa arginare quell'odio omofobico che pare alla base dell'omicidio.

Lo ha fatto scrivendo su Facebook:

I soliti noti, da Cirinnà a Zan, da Boldrini a Scalfarotto fino ai vari esponenti LGBT si sono appropriati di questa tragedia familiare cercando di condirla in salsa omofoba per ottenere quel consenso popolare che fino ad oggi è mancato e poter approvare in volata il PDL Zan.

A corredo, assolve l'accusato riportando le parole di un fantomatico «amico di famiglia» di Michele. Ed è col suo solito vittimismo che aggiunge:

Pian piano, nelle pieghe del pensiero unico propinato dalla stampa di regime, comincia però ad emergere un’altra versione. Un amico di famiglia, Bruno Mazza, impegnato nel mondo del volontariato sociale, spiega all’ANSA che il gesto criminale del fratello di Maria Paola non aveva alcun movente omofobico e che anzi, i due fratelli avevano convissuto per anni con uno zio dichiaratamente gay senza che ci fossero problemi di sorta. Allora per favore, andiamoci piano a gridare subito all’omofobo. Michele pagherà per quello che ha fatto, ed è più che giusto così. Ma evitiamo squallide forme di sciacallaggio politico e ideologico.

Nel corso della manifestazione di Gandolfini promossa da Pillon, gli omofobi mbrandivano cartelli con scritto che la vittima fosse «sbagliata». Ora lui accusa di strumentalizzazione chi ipotizza che anche il fratello la ritenesse tale, esattamente come presumono i giudici che hanno convalidato l'arresto. E non meno tragicomico è come l'"amico di famiglia" sarebbe quell'ospite di Mattino Cinque che ha dato dimostrazione di non conoscere il significato di "omofobia" mentre di Ciro diceva fosse “uno che aveva problemi con la giustizia, e andava a firmare in caserma. Maria Paola dormiva ogni giorno in una casa diversa, non aveva neanche dove farsi la doccia, il problema era questo”.
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