Quando la toppa è peggio del buco: Gervasoni si "giustifica" dicendo che stava facendo esperimenti su cavie umane senza il loro consenso


Crescono le proteste per l'ennesimo post sessista che il professore populista Marco Gervasoni ha voluto pubblicare su Twitter, manco volesse mostrare al mondo in che mani rischiano di finire i nostri figli per essere trasformati in papabili elettori salviniani. Intenzionato a offendere Elly Schlein con toni che potessero strizzare l'occhio ai suoi seguaci omofobia e complottisti, aveva pubblicato questa porcheria:


Se le università in cui lui insegna si dissociano (anche se incredibilmente non paiono intenzionate a cacciarlo), lui si è giustificato con una toppa che pare peggiore del buco:


Non sarà che gli esperimenti sociali con cavie umane usate senza il loro consenso sia meglio lasciarli perdere dato che già durante il nazismo abbiamo visto come è andata a finire?

E se davvero si fosse trattato di un "esperimento" come il "professorone" sostiene, non si capirebbe perché mai si fosse affrettato a scrivere insulti come questo:


Poi, da copione, arriva il solito piagnisteo basato sul loto ritenere che odio, insulti e offese sarebbero "libertà di parola":


E se il populistello pensa che la Costituzione gli garantisca il diritto di poter insultare l'aspetto delle persone che lui pare non saper affrontare sul piano politico, perché mai si lamenta di chi riserva a lui la medesima "libertà di parola" basata sul commentare il suo brutto aspetto?
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